La casa nuda e silenziosa
fu attraversata dai rintocchi
della pendola che scacciava il silenzio.
Euridice con le mani in grembo
e gli occhi aperti nel buio
non riusciva a dormire.
Era in attesa di qualcosa…
Compagno dei suoi silenzi
il gatto sulle sue ginocchia.
Il ticchettio dell’orologio
spingeva via il silenzio
che pesante e pressante
annegava ogni suono.
Sprezzante dell’eternità.
Sul tardi la raggiungeva
un timido sonno
vinta e stanca chiudeva
gli occhi sotto il peso
delle ombre e del silenzio.
Iniziava la sarabanda dei sogni.
Nell’oscurità in preda ai ricordi
le apparve il sorriso luminoso
della madre…vi si aggrappò
con disperazione e sprofondò nel sogno!
Mirella Narducci