“Credo, Signore, che sarei capace di compiere una volta, qualche atto straordinario. Un’azione che impegnerebbe tutto me stesso, se fossi sconvolto da una sventura, colpito da un’ingiustizia, se uno dei mie cari fosse in pericolo…
Ma ciò che mi umilia e spesso mi scoraggia, è che non sono capace di donare la mia vita pezzo a pezzo, giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, donare, sempre donare… e darmi!”
“Figliolo, io non ti chiedo di riuscire sempre, ma di provarci sempre.
E soprattutto ascoltami, ti chiedo di accettare i tuoi limiti, di riconoscere la tua povertà e di farmene dono, perché donare la propria vita non vuol dire donare soltanto le proprie ricchezze, ma anche la propria povertà.
Fa’ questo, figliolo, e con i pezzi di vita sciupata,
da te sottratti a tutti coloro che aspettano,
colmerò i vuoti:
perché nelle mie mani, la tua povertà offerta,
diventerà ricchezza per l’eternità.”
M. Quoist