Ti Amo
Le parole rimpiccioliscono se a rafforzarle non ci sono i fatti. La grandezza del sentimento non si dimostra con un semplice ti amo, e a volte succede, che per paura di soffrire, smettiamo di ascoltare..perchè sappiamo che le parole da sole non bastano. Le parole da sole diventano così leggere, che inevitabilmente prima o poi si perdono nel vento.
Tanya Bì ©
Ti amo di un amore dolce, intenso, universale. Di un amore forte robusto. Solido come roccia. Tenero e soffice come petalo di rosa. Ti amo di un amore musicale. Poetico. cantato. Ti amo d’un amore fatto di stelle. Galassie. Di soli infuocati e splendenti come l’alba del primo giorno del mondo. Ti amo dalla sera al mattino e dal mattino alla sera. Ti amo, nei pensieri del giorno e della notte. Nei sogni che sogno ed in quelli che vorrei sognare. Ti amo come al mondo non si é amato mai. Ti amo nella rugiada del mattino, in un tramonto estivo, in una pioggia autunnale, in un vento di primavera. Ti amo nel mare in tempesta. Nel mare con la sua quiete. Ti amo nelle risacche montagnose. Ti amo nel rumore cittadino, nel silenzio della notte e, nel tepore del giorno. Ti amo, come al mondo non si é amato mai.
Non ricordo con sicurezza quando ci baciammo la prima volta. Nella mia fantasia era già successo infinite volte. Forse quella sera sotto il portone di casa mia, dopo la cena con le ostriche e il vino bianco. Sì, forse quella sera in cui, per la prima volta, mi chiedesti di salire.
Mi ricordo con esattezza, però, quando ho sentito, per la prima volta, che non avrei mai più amato nessuno dopo di te.
Pioveva. Come stasera. Un sabato qualunque nella capitale. Un sabato pomeriggio di shopping in uno dei tanti affollati centri commerciali, in compagnia di una coppia di amici, quelli che ci avevano fatto incontrare. Poi la corsa nel parcheggio sotto la pioggia, senza ombrelli.
Seduti sul sedile posteriore dell’auto, in coda per uscire dal parcheggio, ridevamo come ragazzini e non riuscivo a smettere di guardare i tuoi bellissimi occhi neri. Allungai una mano per spostarti dalla fronte un ricciolo bagnato, con un gesto che si trasformò in una lieve, impercettibile carezza, un gesto con cui mi consegnai completamente nelle tue mani.
E mi ricordo con esattezza la prima volta che le tue mani mi sfiorarono con delicatezza, infilandosi sotto la mia maglietta.
Non ricordo, invece, cosa c’eravamo andati a fare a Napoli quella domenica, forse a prendere le sfogliatelle calde da Scaturchio. Ricordo, però, il viaggio di ritorno in autostrada e il momento in cui scelsi quel luogo così poco romantico per dirti: “Ti amo.”
La felicità mista a terrore che lessi nei tuoi occhi l’avrei rivista ancora molte volte durante la nostra storia. E adesso che ci penso, l’ho rivista anche l’altra sera, l’ultima sera.
Quella notte mi sdraiai su di te, nel mio letto e dissi: “Guarda, sono proprio della tua misura.” Mi volevi ma avevi paura. Lo sentivo che avevi paura. Ti controllavi, non volevi lasciarti andare. Chi ti aveva fatto così male da farti tenere così lontano dall’amore?
La tua dolcissima
Non assomigli più a nessuna
da quando ti amo.
Pablo Neruda, da “Venti poesie d’amore e una canzone disperata”
Poesia: XIV – “Giochi tutti i giorni con la luce dell’universo”
C’è chi nasce per Amare.. Chi per essere amato!
Io sn nato per amare te principessa.. e tu per essere amata da me!
L’ho capito quando ti ho vista per la prima volta..
sei stata una folata di vento che ha spalancato la finestra del mio cuore..
e subito dopo una coperta che mi ha protetto da una corrente contraria..
che avrebbe potutto chiudere quella finestra..
ora che l’aria è calma.. è nn c’è vento!
posso dire con tranquillità che ti amo..
aspettando soltanto la prossima bufera!