terra
La natura è un’artista, lei crea le sue creature come più gli piace, ha creato pelli diverse, da scure a bianche, da gialle a rosse, ha creato esseri differenti, un cane è diverso da un gatto come un uomo è diverso da un leone.
I fiori hanno forme differenti così come i pianeti e i pesci, ogni cosa è diversa, tranne una, l’unica cosa che gli uomini della terra non riescono capire…
L’anima…
Molti esseri umani ridono della diversità e odiano le razze diverse dalla propria, senza capire che l’anima, è uguale per tutti!
(Ejay Ivan Lac)
Ormai camminiamo in un pianeta quasi morto, morte sono le sue stagioni, il suo clima, la sua natura.
Morte sono le sue piante e i suoi animali, morta, è l’empatia umana, morto è l’amore e l’intelligenza, perché se un pianeta muore, muoiono anche le sue creature, anche quelle più importanti come noi…
Noi, che dovremmo essere i suoi figli, lo stiamo uccidendo, così come ci uccidiamo tra di noi, sangue che scorre sui suoi prati, cadaveri, che affondano nelle sue acque…
Pianti e tristezza, gridano nell’aria, la sua aria, trasporta l’odore delle sue invenzioni, che puzzano di stupidità e gas, non abbiamo scampo, domani… potrebbe essere l’unico giorno in cui guarderemo i nostri amici…
i nostri genitori e parenti…
il nostro amore, il nostro animale!
Domani, potrebbe essere troppo tardi per ogni cosa da fare tra un paio di anni, anni che non vedremo mai, se continueremo a non ascoltare ciò che siamo e ciò, che ci ha creato, la nostra madre terra!
Nati dalle sue acque e dalle sue cellule, nati, per servirla e portarla avanti!
Ma se ci odiamo e uccidiamo tra di noi, se ci insultiamo e deridiamo, se cerchiamo di essere sempre meglio di altri e non diamo importanza alla vita, lei… come tutte le madri, si ammala, nel vedere i suoi figli navigare in cattive acque, figli stupidi che non hanno imparato nulla da lei…
Figli, che oltre a non ragionare, la distruggono fisicamente…
Figli, che rischiano di morire, e non vedere le albe dei giorni che verranno!
(Ejay Ivan Lac)
La nostra civiltà non ha più nulla da dare, guardo l’orizzonte e vedo solo un gran disastro!
Non resta che trovare l’amore della tua vita e vivere, in una casa lontano dalla civiltà, lasciare che tutti si uccidano l’uno con l’altro, e se non è passato troppo tempo, tentare di ritornare a vedere la situazione!
Anche se, si farà prima a morire di vecchiaia che vedere un mondo migliore!
(Ejay Ivan Lac)
Su quella montagna, guardavo quel sentiero illuminato da un pallido sole, le nuvole stavano per disegnare un temporale, e il vento faceva gridare gli alberi…
E gli umani, che fuggivano dalle loro città, gli umani, tutti insieme che camminavano in quel sentiero, ammassati e amareggiati, il viso sporco e quelle poche valigie distrutte, i carri e le auto scassate, portavano i loro ultimi averi, e da lontano, guardando da quella montagna, il fumo e le fiamme di quelle città, avevamo distrutto tutto, avevamo ucciso i nostri simili…
Io preferivo restare su quella montagna a guardare la loro marcia, e dalle colline, gli animali li guardavano, e se li guardavi negli occhi, era come se ridessero di noi, i loro sguardi, i loro occhi, dicevano (Stupidi, esseri inutili, vi meritate anche di peggio) ed io, io non volevo far parte di quella marcia, perchè sapevo che primo o poi, tutto questo sarebbe successo…
Tre volpi, uscirono da dietro un cespuglio e mi guardavano intensamente, era come se dicessero (Non staranno qui adesso? vero?) e io gli risposi, che non se la sarebbero cavata, che sarebbero morti tra un paio di mesi!
Dietro di me, la mia principessa mi abbracciò, e con una lacrima sul viso disse che quella, era la marcia più triste e imbarazzante che l’umanità potesse fare…
La presi dalle mani e gli dissi, torniamo al nostro villaggio, chi ci ha ascoltato aspetta il nostro ritorno!
Così le volpi ritornarono a fissare i nostri simili, e noi, mano per la mano, illuminati da un raggio di sole, tornammo al nostro popolo, che ascoltava la terra e l’anima del nostro pianeta malato…
Lei mi guardò negli occhi e disse: (Ora, tornerà a respirare)
(Ejay Ivan Lac)
Stiamo mangiando tutti gli animali, i pesci scarseggiano e il verde è scomparso, abbiamo finito il petrolio, sporcato gli oceani e prosciugato i laghi…
Abbiamo indebolito la crosta terrestre, inquinato il cielo e creato malattie, siamo riusciti a cambiare il clima, che si deteriora minuto per minuto…
Ancora qualche anno, e moriremo tutti…
Se non ci svegliamo adesso!
(Ejay Ivan Lac)
la vita e una sola GODITELA! non incidere sempre sulle stesse cose! non prendertela per ogni cosa non pensare sempre a tutto il male che ti fanno gli altri! non essere ”VITTIMA” che in realtà non sei devi essere il ”PLASMATORE” dell’unica vita che abbiamo il ”CURATORE” dell”unica casa che abbiamo ama tutto e tutti ridi,impara,leggi,acculturati,divertiti semplicemente vivi!e non scoraggiarti MAI E POI MAI!e se lo farai ricordati che se anche io non ti conosco sono con te perchè?bhe. . .perchè bisogna sempre amare e consolare chi ne ha bisogno anche se non si conosce. . . .
Spargiti accanto a me
terra mia,
dammi un tuo bacio verde
sulla bocca,
che sappia di mare o cielo
non importa!
Ricolma il mio spazio col lieve
chiarore dell’ alba,
e soffia un purpureo tramonto
fra i miei capelli.
Galoppa con me le tue pinete,
prepara la zolla e insegnami
a diventare madre.
Sul palmo della tua grande mano
si aprono raggi di sole
che asciugano il triste pianto di nuvole.
Enorme isola azzurra!
Tu sai di cedro,di palma, di pioggia!
e la tua ala gialla
è viva in ogni punto cardinale.
Formidabile miracolo!
Conquistatrice senza fissa dimora,
ti vedo dappertutto..
tra i campi, tra i fiumi’
nel vento all’aria aperta!
Ti cammino ti ammiro,
tutti sanno di te e tutti si credono padroni.
Tu sei semplice, nuda, terrestre,
tonda come una mela senza buccia!
Ti seguo come l’acqua che scorre nel tempo,
tu sei viva, pura e io mi perdo
tra gli aromi delle tue piantagioni,
ridendo, piangendo, fiorendo..
tra fango e more vado cercando
l’eterna radice di un bacio verde sulla mia bocca.
Tanya Bì -©-