Si pensa che tutto sia perfetto nella nostra era, viviamo una vita nascosta dietro cose che non esistono, viviamo dietro ad un vetro…
Seguiamo ciò che ci mostrano alla televisione, innescano nelle nostre menti tutto quel che deve essere bello, e scartare tutto quello che può essere brutto, noi seguiamo un vetro, qualcosa che non esiste, come Internet, come un computer, un tablet o smarthphone.
Siamo sempre collegati, a guardare cose, che non esistono, viviamo in un tempo dove si cercano persone dietro ad un vetro, perché viene più facile cliccare e scrivere a qualcosa che non è lì, davanti a noi, qualcosa che mostra un’immagine, e dietro, potrebbe esserci qualcun altro, gli amori sono finzione virtuale, le amicizie, solo finzione virtuale, perché poi dal vivo, le persone risultano ciò che non fedavamo prima, da un vetro, non percepisci l’anima e non leggi i suoi occhi, non senti il suo cuore…
Le persone, non si rendono conto che sono chiuse in una stanza, perché viaggiano in una seconda vita finta, fatta di applicazioni che non sono reali, fatta di avatar, spendono soldi per comprarsi l’ultimo cappello da aggiungere al loro personaggio, un cappello che non esiste, comprano e cercano applicazioni, riempiono i loro dispositivi di codici e grafica, che non puoi toccare, oggetti che non sono qui…
E poi si stufano, lo cancellano, e ne scaricano altre, proprio come ora fanno con le persone.
Non ci si accorge di quanta gente abbiamo intorno quando camminiamo, di quanti occhi possiamo guardare, di quanto è bello il sole in estate, la natura gli alberi, perché siamo sempre con gli occhi collegati li, a quel mondo che c’è, ma non esiste…
(Ejay Ivan Lac)