I due bambini, nella loro innocenza, ridevano di tutto, delle cose di oggi e delle cose di ieri, di questo e di quello, di se stessi. Dovevano ridere della loro propria risata. La loro risata sembrava loro sempre più buffa, sempre più ridicola. Lo sentivo e udivo assai distintamente. Mi congratulai con me stesso per aver potuto ascoltare questo concerto di risa, questo concerto di campanelline. Per tutta la strada continuavano a ridere. Erano sul punto di cadere in terra, per dissolversi e consumarsi dalle risa. Tutto, in quelle care bambine felici partecipava alla risata: le teste, le membra, le mani, gambe, piedi. Erano ormai composte soltanto di risa. Come luccicava e splendeva nei loro occhi la gioia di ridere! Credo quasi che dovessero ridere così orribilmente, così crudelmente, così a lungo, per un qualche ragazzino stupido. Era così birichino questo riso, e insieme così bello, commovente e così sfrenato! Probabilmente la causa delle risa era stata del tutto futile. I bambini sono appunto degli artisti nell’approfittare di ogni occasione per essere felici. Sarà stato un piccolo e quieto avvenimento, e ne fecero una grande storia, ci attaccarono una lunga, grande, larga, ricca risata. I bambini sanno che cos’è che li fa felici.
ROBERT WALSER – UNA CENA ELEGANTE