Ho perso al gioco delle carte
ma la partita non è ancor finita
sfido la sorte
e vivo la vita.
Ho perso il punto di riferimento
ma l’ho trovato nel firmamento
un quotidiano appuntamento
dove sogno e desiderio
svelano il mistero.
Le malsane regole
come un tetto di tegole
appesantisce il cammino
nega il passo al sole
che vorrei a me vicino
per riscaldare il cuore.
Cosa mi manca,
cos’è che allora c’èra?
L’anima canta:
“era la primavera!”
Insieme a stormi di uccelli
lo sciacquio dell’acqua dei ruscelli
primavera tu torni
ancora pochi giorni
ricordo di un passo prolungato
il cuore rimasto senza fiato
in un respiro solo…
noi, gente di primavera!