persone
Per tutte quelle persone che amo,
a cui voglio un mondo di bene…
Per tutte quelle persone che mi fanno stare bene
e che ogni giorno mi regalano un sorriso…
Per tutte quelle persone che mi danno fiducia,
che sono disposte a tutto per me…
Per tutte quelle persone che mi sostengono
e che mi consolano nei momenti difficili…
Per tutte quelle persone che mi danno la forza per andare avanti…
Per tutte quelle persone che
sono e che saranno sempre nel mio cuore…
Grazie!
Ogni voce ha la sua “impronta”, il suo unico suono identificativo. Come la colonna sonora che accompagna l’azione nel corso di un film, la voce prepara la scena alla vostra conunicazione. Una voce dinamica e’, senza dubbio, un asso nella manica della vita privata; l’asso nella manica di quella lavorativa. RIcordatevi: non e’ sempre quello che dite, che conta; bensi come lo dite! Molte persone che valgono vengono spesso ignorate perche’ la loro voce non le rappresenta in maniera adeguata.
Forse accanto al detto: “hai l’eta’ che ti senti adosso” bisognerebbe aggiungere un altro: “sei giovane quanto la tua voce”! Solitamente non e’ la voce a consumarsi, ma e’ il suo potere a diminuire. La voce e’ uno strumento vivente che non ha parti sostituibili. Risponde a tutto quello che fate con il resto del corpo. Quindi come facciamo ad assicurarci che la nostra voce rimanda sana e resti nostra amica? Dobbiamo vivere seguendo delle regole di base dette dal buon senso.
Renée Grant Williams, Come usare la voce per convincere, affascinare e comandare l’attenzione.
E’ alquanto assurdo il modo in cui ognuno di noi può essere diverso dagli altri. Ogni essere umano ha le proprie idee, i propri sogni, speranze, paure.
Diverso, diverso e basta. E pensare come una persona può cambiare radicalmente e profondamente la vita di un’altra; può dargli o fargli perdere del tutto significato; può dare un motivo, a tutto; Può dar la morte, può dare un sogno. Può dare semplicemente amore, in tutte le sue forme.
Noi viviamo per stare in rapporto con gli altri, per completarci, avere ciò che non abbiamo, essere ciò che non siamo. Viviamo per credere in qualche cosa di cui ignoriamo l’esistenza e ci accontentiamo di ciò che il mondo ci mostra, senza cercare di più; che per quanto possiamo cercare, ciò non basterà mai, perchè il mondo è il Mistero più grande a cui è nostro compito svelare.
E perdiamo ciò di cui è più meraviglioso e magico.
La felicità, Aphorism Secret
…Ricordare con gioia ciò che è stato, ricordando… non si deve soffrire, anche se una dolce malinconia ci struggerà. I cammini delle persone sono tanti, le strade s’incrociano, si sfiorano, si scontrano, si ritrovano e sì perdono. Però ognuno è unico e ogni incontro per quanto possa durare è speciale, magico dobbiamo cogliere questo, dobbiamo apprezzarlo e conservarlo dentro di noi.
Da “L’amuleto dell’essere, lettere dal mio mondo interiore” di Gaetano Barreca
LE DUE GOCCIE D’OLIO
Un mercante inviò suo figlio a imparare il Segreto della Felicità con il piú saggio di tutti gli uomini. Il ragazzo camminò per quaranta giorni nel deserto, finché giunse a un bel castello, in cima a una montagna. Là viveva il Saggio che il ragazzo cercava.
Invece di incontrare un sant’uomo, però, il nostro eroe entrò in una sala e vide un’attività frenetica: mercanti che entravano e uscivano, persone che chiacchieravano in tutti gli angoli, una piccola orchestra che suonava dolci melodie; e poi c’era una ricca tavola imbandita con i piú deliziosi piatti di quella regione del mondo.
Il Saggio conversava con tutti, e il ragazzo dovette aspettare due ore perché arrivasse il suo turno di essere ricevuto.
Con molta pazienza, il Saggio ascoltò attentamente il motivo della visita del ragazzo, ma gli disse che in quel momento non aveva tempo per spiegargli il Segreto della Felicità.
Gli suggerí di fare una passeggiata nel suo palazzo e di tornare dopo due ore.
– Tuttavia, desidero chiederti un favore – concluse, consegnando al ragazzo un cucchiaino da té, nel quale versò due gocce di olio. – Mentre camminerai, porta questo cucchiaino senza versare l’olio.
Il ragazzo cominciò a salire e scendere le scalinate del palazzo, tenendo sempre gli occhi fissi sul cucchiaino. Trascorse le due ore, tornò al cospetto del Saggio.
– Allora – domandò il Saggio – hai visto gli arazzi della Persia che si trovano nella mia sala da pranzo? Hai visto il giardino che il Maestro dei Giardinieri ha impiegato dieci anni a creare? Hai notato le belle pergamene della mia biblioteca?
Il ragazzo, vergognandosi, confessò di non avere visto nulla. La sua unica preoccupazione era non rovesciare le gocce di olio che il Saggio gli aveva affidato.
– Allora torna indietro e conosci le meraviglie del mio mondo – disse il Saggio. – Non puoi confidare in un uomo se non conosci la sua casa.
Adesso piú tranquillo, il ragazzo prese il cucchiaino e tornò a passeggiare per il palazzo, questa volta prestando attenzione a tutte le opere d’arte che pendevano dal soffitto e dalle pareti. Ammirò i giardini, le montagne circostanti, la delicatezza dei fiori, la raffinatezza con cui ogni opera d’arte era collocata al giusto posto. Di ritorno al cospetto del Saggio, riferí dettagliatamente tutto ciò che aveva visto.
– Ma dove sono le due gocce di olio che ti ho affidato? – domandò il Saggio.
Guardando il cucchiaino, il ragazzo si rese conto che le aveva versate.
– Ebbene, questo è l’unico consiglio che ho da darti – disse il piú Saggio dei Saggi. – Il segreto della felicità sta nel guardare tutte le meraviglie del mondo e non dimenticarsi mai delle due gocce di olio nel cucchiaino.
Paulo Coelho, da “L’alchimista”