L’illusione più pericolosa è quella che esista soltanto un’unica realtà.
PAUL WATZLAWICK, da La realtà della realtà
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“Sai”, dice un antropologo ad un collega, “hanno finalmente scoperto l’anello mancante tra la scimmia e l’Homo sapiens.” “fantastico: e qual è?” chiede l’altro; il primo risponde: “L’uomo…”
PAUL WATZLAWICK, da Di bene in peggio
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L’uomo è infelice perché non sa di essere felice.
PAUL WATZLAWICK, da Istruzioni per rendersi infelici
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Da un essere umano, che cosa ci si può attendere? Lo si colmi di tutti i beni di questo mondo, lo si sprofondi fino alla radice dei capelli nella felicità, e anche oltre, fin sopra la testa, tanto che alla superficie della felicità salgano solo bollicine, come sul pelo dell’acqua; gli si dia di che vivere, al punto che non gli rimanga altro da fare che dormire, divorare dolci e pensare alla sopravvivenza dell’umanità; ebbene, in questo stesso istante, proprio lo stesso essere umano vi giocherà un brutto tiro, per pura ingratitudine, solo per insultare. Egli metterà in gioco persino i dolci e si augurerà la più nociva assurdità, la più dispendiosa sciocchezza, soltanto per aggiungere a questa positiva razionalità un proprio funesto e fantastico elemento. Egli vorrà conservare le sue stravaganti idee, la sua banale stupidità…” Queste parole uscirono dalla penna dell’uomo che Friedrich Nietzsche considerava il più grande psicologo di tutti i tempi: Fëdor Mikhailovič Dostoevskij. E tuttavia esse esprimono, anche se in forma piacevole e convincente, ciò che la saggezza popolare conosce da sempre: nulla è più difficile da sopportare di una serie di giorni felici.
PAUL WATZLAWICK, Istruzioni per rendersi infelici
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Se non fossi una strega direi che la situazione sembra stregata” si lamentava Ecate in occasione di un recente incontro al vertice avvenuto nella villa sul Mediterraneo. “Ci logoriamo di lavoro per far sì che gli uomini siano convinti che esiste una unica visione della realtà, cioè la propria; li suggestioniamo fino a persuaderli di sapere con assoluta certezza cosa c’è nella testa degli altri, in modo che ogni verifica appaia inutile è eppure c’è sempre qualcuno che esce dai ranghi e rovina tutto
PAUL WATZLAWICK
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Nella visione monadica ci domandiamo il motivo, l’origine la causa, quindi il “perché”, nella visione pragmatica ci chiediamo “ciò” che accade qui e ora.
PAUL WATZLAWICK,Il codino del Barone di Münchhausen
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Tal cantata, tal sonata. Ce l’hanno già detto quando eravamo ancora bambini. E con la testa certo lo sappiamo; ma solo pochi fortunati riescono a crederlo davvero fino in fondo. Se ci riuscissimo, sapremmo di essere i creatori non solo della nostra infelicità, ma anche nella stessa misura della nostra felicità.
PAUL WATZLAWICK, Istruzioni per rendersi infelici
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