Ritrovai le labbra [di lei] appoggiate contro le mie.
La cosa fu talmente improvvisa che ci misi qualche secondo per capire cosa stesse accadendo e per decidere sul da farsi. Scelsi come mi sembrava fosse nel corso delle cose ed anche io la baciai.
Gianfranco Brevetto – Opus Reticulatum
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Baciandola mi accorsi dei rumori di fondo che la città produceva, ne rimasi colpito perché non riuscii a capire se anche quelli facessero parte di quella storia o se ne fossero del tutto estranei…”
Gianfranco Brevetto – Opus Reticulatum
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Mi lasciavo, in qualche modo, dirigere da lei, mi comportavo come se fossi all’interno di un racconto del quale attendevo di conoscerne il finale. Avevo la presunzione che tutte le storie contenessero un senso e che, solo seguendole e attendendo le ultime pagine, questo senso potesse rivelarsi.
Io, mi comportavo come se fossi ormai parte di una trama. Nulla di reale, mi facevo solo guidare da una persona sconosciuta.
Gianfranco Brevetto – Opus Reticulatum
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La riflessione su quella panchina, di quella strada, fu che in effetti la nostra esistenza consisteva nel farci condurre da storie altrui, di persone che all’inizio sono sconosciute.
Gianfranco Brevetto – Opus Reticulatum
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una volta oggettivato, scrivendo, il senso si materializza, in qualche modo, e mi si pone davanti, reale. Precario ma reale.
Gianfranco Brevetto – Opus Reticulatum