Nelson Rolihlahla Mandela, 1918 – 2013
*
Noi ci chiediamo: ‘Chi sono io per essere così brillante, così grandioso? Pieno di talenti, favoloso?’ In realtà chi sei tu per non esserlo?
Tu sei un figlio di Dio.
Nelson Mandela
*
L’educazione è il grande motore dello sviluppo personale. È grazie all’educazione che la figlia di un contadino può diventare medico, il figlio di un minatore il capo miniera o un bambino nato in una famiglia povera il presidente di una grande nazione. Non ciò che ci viene dato, ma la capacità di valorizzare al meglio ciò che abbiamo è ciò che distingue una persona dall’altra.
NELSON MANDELA
***
Oltre alla vita, a un fisico robusto, e a un antico legame con la casa reale thembu, l’unica cosa che mio padre mi ha conferito alla nascita è stato un nome: Rolihlahla. In xhosa Rolihlahla significa letteralmente «che tira il ramo di un albero», ma il suo significato colloquiale potrebbe esser reso più felicemente con «attaccabrighe». Non credo che il nome rappresenti il destino di una persona, né che mio padre abbia in qualche modo divinato il mio futuro, ma negli anni a venire amici e parenti ebbero spesso ad ascrivere al mio nome i non pochi scompigli che ho causato o ai quali sono riuscito a scampare
Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà
***
È la nostra luce, non la nostra ombra, quella che ci spaventa di più
NELSON MANDELA
***
Il perdono libera l’anima, rimuove la paura. È per questo che il perdono è un’arma potente.”
NELSON MANDELA
***
Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati.
NELSON MANDELA
***
Non vi è alcuna strada facile per la libertà.
NELSON MANDELA
***
Il compito più difficile nella vita è quello di cambiare se stessi
NELSON MANDELA
***
Non c’è niente di più incoraggiante per un detenuto politico del sapere che la sua vita non è andata sprecata.
NELSON MANDELA
***
Una notte – avevo nove anni – percepii nella casa un insolito movimento. Mio padre, che visitava a turno le sue mogli e di solito si fermava da noi circa una settimana al mese, era arrivato. Però la scadenza non era la solita, perché sarebbero mancati ancora alcuni giorni alla data prevista per il suo arrivo. Lo trovai nella capanna di mia madre, coricato sul pavimento, squassato da un interminabile accesso di tosse. Perfino ai miei occhi inesperti fu chiaro che mio padre non sarebbe stato più a lungo di questo mondo. Aveva qualche grave malattia polmonare, ma una diagnosi precisa non era mai stata fatta, perché si era sempre rifiutato di andare dal medico. Restò nella capanna vari giorni senza mai muoversi né parlare, poi una sera sembrò volgere al peggio. Lo assistevano mia madre e la più giovane delle mogli di mio padre, Nodayimani, che era venuta a stare con noi. Quella notte, sul tardi, mio padre chiamò Nodayimani e le disse: «Portami il tabacco». Mia madre e Nodayimani si consultarono e conclusero che non era saggio che fumasse in quelle condizioni. Ma egli pregò insistentemente finché Nodayimani riempì la pipa, la accese e gliela portò. Fumando, si calmò. Continuò a fumare per circa un’ora e infine, la pipa ancora accesa, morì.
Non ricordo tanto il dolore di quella perdita, quanto la sensazione di sentirmi perso. Benché mia madre fosse il perno della mia esistenza, lui era per me un modello. La sua morte mi cambiò completamente la vita.
Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà
***
Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso.
NELSON MANDELA
***
Essere liberi non significa solo sbarazzarsi delle proprie catene, ma vivere in un modo che rispetta e valorizza la libertà degli altri.
NELSON MANDELA
***
Non c’è passione nel vivere in piccolo, nel progettare una vita che è inferiore alla vita che potresti vivere.
NELSON MANDELA
***
Nel mio paese prima si va in prigione e poi si diventa Presidente
NELSON MANDELA
***
Non nego […] di aver progettato un’azione di sabotaggio. Non l’ho fatto per sconsideratezza, o perché io ami la violenza in qualunque forma. L’ho fatto sulla base di una valutazione ponderata e sobria della situazione politica prodotta da lunghi anni di tirannia, sfruttamento e oppressione inflitti dai bianchi al mio popolo. […] È un fatto incontestabile: in cinquant’anni di nonviolenza il popolo africano ha guadagnato soltanto leggi sempre più repressive, anzi ha perso uno alla volta quasi tutti i suoi diritti. […]
Vogliamo gli stessi diritti politici dei bianchi, perché in caso contrario le nostre invalidità si cronicizzeranno. […] Non è vero che estendere a tutti il diritto di voto porterà al dominio razziale dei neri. La discriminazione politica basata sul colore della pelle è artificiale e arbitraria, e quando sparirà quella sparirà anche il dominio di un gruppo razziale sull’altro. Da mezzo secolo il Congresso nazionale africano lotta contro il razzismo. La vittoria non ci farà cambiare idea.
Il razzismo è il nemico contro cui il Cna combatte. La sua lotta è una lotta autenticamente nazionale. È la lotta del popolo africano, e si nutre delle sue sofferenze e della sua esperienza. La posta in gioco di questa lotta è il diritto di vivere. Ho consacrato tutta la mia vita alla lotta del popolo africano. Ho combattuto la dominazione bianca esattamente come ho combattuto la dominazione nera. Ho coltivato in me l’ideale di una società democratica e libera nella quale tutti sarebbero vissuti fianco a fianco in armonia, godendo delle stesse opportunità. È un ideale al quale voglio consacrare anche il resto della mia esistenza, nella speranza di giungere alla meta. È un ideale per cui sono pronto anche a morire, se necessario.
Nelson Mandela, che ha trascorso quasi trent’anni della sua vita in carcere, pronunciò queste parole in apertura del processo per sabotaggio intentatogli dallo stato. Il Congresso nazionale africano aveva cercato di opporsi all’apartheid con strumenti pacifici fino al Massacro di Sharpeville del 1960, che aveva portato all’uccisione di 69 manifestanti neri. Mandela era a capo del suo braccio armato, Umkhonto we Sizwe (la “Lancia della nazione”), fondata proprio all’indomani dell’incidente.
Andrew Hsiao , il libro del dissenso
***
Scopri i suoi libri, clicca qui: