Davanti a te sembrava infinita la via, a destra il mare , a sinistra il verde. Immensa distesa. Non dimenticherai mai quel viaggio in moto. Le ruote sembravano percorrere direttamente le strade della tua anima. Nei yuoi pugni stretti c’era il cuore dell’universo. È lì, proprio in quel momento, che decidesti che la tua vita sarebbe cambiata, che meritava molto di più. Sapevi bene che al ritorno bib saresti stato più lo stesso. MAI PIU’.
Anton Vanligt
Home is wherever you can drive.
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Si vive più andando cinque minuti al massimo su una moto come questa di quanto non faccia certa gente in un’intera vita,
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Siate liberi di guardare lontano o anche oltre l’orizzonte, liberi di viaggiare veloci o lentissimi, dove ci porta il suono schietto della moto che annuncia il vostro arrivo come il tuono annuncia il temporale.
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Quattro ruote muovono il corpo. Due l’anima.
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Quando vedi la paura davanti a te…dai gas e sorpassala.
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La differenza tra il viaggio in macchina o su una moto, è come la differenza tra osservare il mondo come spettatore o far parte del mondo.
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“Un pilota di moto lo puoi riconoscere anche al ristorante. È quello che impugna la forchetta con il pollice e l’indice della mano sinistra.” Kenny Roberts
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Andavo bene a scuola. Facevo bene un sacco di altre cose. Ma io volevo correre. Forte, fortissimo. Con la moto. E l’ho fatto. Pensa se non ci avessi provato
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Valentino Rossi
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La strada non è una semplice striscia di asfalto, ma diventa fertile terreno per le emozioni e per la vita.
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Ognuno di noi nasce con un tot di carburante nel serbatoio di cui non ne conosciamo la quantità. A qualcuno è stato fatto il pieno, altri ne hanno metà ed altri nascono che sono gia in riserva. L’unica cosa sana è andare in moto come niente fosse e quando poi sentirai che il carburatore si svuota improvvisamente, è il tuo momento. L’importante però è non essere andato a passo di lumaca tutta la vita per timore di questo momento!
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Alla fine ogni arrivo non e’ altro che una nuova partenza. Non puoi farci nulla, sei costretto a viaggiare! Quello che ti e’ concesso e’ scegliere come e con chi.
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Come un popolo nomade che viaggia in tutto il mondo a volte ci sentiamo in equilibrio solo sulle nostre moto…
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Resto sempre affascinato da questo modo di andare in moto, da questa passione per l’avventura in sella alle due ruote, unita al continuo tentativo di migliorare le proprie prestazioni e di superare i propri limiti.
La parte più interessante dell’intervista è stata quando Michael mi ha elencato i punti del loro Archivio di Saggezza, frutto dell’esperienza e della fatica di tanti motociclisti. Ne riporto alcuni, tra i più significativi: chissà se potranno essere utili per qualcuno che si sente un Iron Butt in pectore.
• Conoscete i vostri limiti e pianificate il viaggio basandovi su questi: se non avete mai fatto più di 500 km al giorno, non progettatene 1000.
• Le velocità alte e le lunghe distanze non hanno nulla in comune. Di certo vi affaticherete di più per il vento; poi, se vi va bene, vi dovrete fermare di più per i rifornimenti, se vi va male per le multe o per altro.
• Lasciate a casa stimolanti di ogni genere: quando sentite il bisogno di qualcuna di quelle schifezze, quello è il momento di fermarvi.
• Preparate bene la moto prima del viaggio: gomme, candele, olio.
• Non fate lavori importanti sul motore subito prima di un lungo viaggio: anche i migliori meccanici possono fare cazzate.
• Imparate a fare le valigie: poca roba e ben accessibile, senza smontare tutto. Fatelo presente a vostra moglie, se viaggia con voi.
• Cercate stratagemmi per evitare la noia (già il fatto di scegliere un percorso panoramico aiuta molto).
• Volete vivere? State lontani dai camion: quando vi viene la tentazione di farvi «rimorchiare» da un TIR, pensate a come ci si può trovare infilati sotto il suo paraurti posteriore.
• Abbonatevi a un servizio di assistenza stradale internazionale (Europe Assistance, Mondial, eccetera).
• Sappiate quando fermarvi: quei dieci chilometri in più potrebbero costarvi cari. Ci sono alcuni sintomi tipo: «non riesco a mantenere la velocità costante», «perché mi dimentico di abbassare gli abbaglianti?» e il peggiore di tutti «chiudo gli occhi, ma solo per due secondi…»
• Non mangiate schifezze: evitate cotechino e sambuca a favore di carboidrati e acqua.
• Mettetevi la giacca da pioggia prima che piova. Io non ci sono mai riuscito, ma per lo meno c’è l’effetto positivo che, quando mi infilo il K-Way, subito esce il sole.
• Portate un kit di attrezzi (e magari sappiateli anche usare). Oltre alle chiavi inglesi: cavo acceleratore, candele, cavi per batteria, nastro isolante, pila, filo isolato, un flacone di Fast, un tubetto (per succhiare la benzina). Infilate da qualche parte una mezza bottiglia d’acqua, aspirina e pastiglie per il mal di testa. A qualche amico suggerirei anche una scorta di profilattici.
Roberto Parodi, Il cuore a due cilindri