Farid non ha mai visto il mare, non c’è mai entrato dentro.
Lo ha immaginato tante volte. Punteggiato di stelle come il mantello di un pascià. Azzurro come il muro azzurro della città morta.
Ha cercato le conchiglie fossili sepolte milioni di anni fa, quando il mare entrava nel deserto. Ha rincorso i pesci lucertola che nuotano sotto la sabbia. Ha visto il lago salato e quello amaro e i dromedari color argento avanzare come logore navi di pirati. Abita in una delle ultime oasi del Sahara.
MARGARET MAZZANTINI * MARE AL MATTINO
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Il deserto era la loro casa, aperta, illimitata. Il loro mare di sabbia. Macchiato dalle dune come il manto d’un giaguaro. Non possedevano nulla. Solo impronte di passi che la sabbia ricopriva. Il sole muoveva le ombre. Erano abituati a resistere alla sete, ad essiccarsi come datteri, senza morire. Un dromedario apriva loro la strada, una lunga ombra storta. Scomparivano nelle dune.
Siamo invisibili al mondo, ma non a Dio. Si spostavano con questo pensiero nel cuore.
MARGARET MAZZANTINI * MARE AL MATTINO
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Farid è innamorato di sua madre, delle sue braccia che fanno vento come foglie di palma, del suo alito quando canta uno di quei malouf pieni di amore e lacrime e il suo cuore si gon?a cosí tanto che deve tenerselo stretto con tutte e due le mani
per non farlo cadere in terra, nella bacinella di ferro dell’acqua piovana piena di ruggine e sempre asciutta.
Sua madre è giovane, sembra una sorella. Ogni tanto giocano agli sposi, Farid le pettina i capelli, le aggiusta il velo.
La fronte di Jamila è un grande sasso rotondo, gli occhi sono orlati come quelli degli uccelli, le labbra sembrano due datteri dolci e maturi.
MARGARET MAZZANTINI * MARE AL MATTINO
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Chilometri di silenzio, solo il rauco motore. È una scena di guerra, di ogni guerra. Umanità deportata come bestiame
MARGARET MAZZANTINI * MARE AL MATTINO
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Sua madre gli ha raccontato di quei bagni infiniti durante l’adolescenza. Era l’unico luogo amico, l’unico che avesse un sapore e un odore conosciuti.
Dice che il mare la salvò. Poteva ucciderla, perché piú di una volta lei nuotò ? no al buio senza risparmio e tornò a riva nel mare nero con il corpo che sbatteva di ipotermia e non bastavano dieci coperte a farlo smettere.
Ma senza mare lei non avrebbe saputo davvero dove andare a digerire il vuoto.
Vito guarda il mare.
Sua madre non si bagna piú. Certe volte galleggia sull’acqua, poi si ritira, l’asciugamano intorno al ventre, il costume intero. Sono gli unici bagni che fa, quelli di una morta che guarda il cielo. Dice che pensa, che sente la super?cie che s’allarga con lei sopra. È una bella sensazione, dice.
MARGARET MAZZANTINI * MARE AL MATTINO
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Si sono mossi all’alba. Jamila ha baciato la lastra di pietra davanti alla porta.
Farid ha pensato al profumo di certi pomeriggi, quando sua madre si toglieva il velo e danzava scalza, in reggiseno. Il ventre piccolo, lucido di olio di argan, si muoveva come la terra. Una crosta scossa dalla vita. Era quello il centro della casa. La pietra della salvezza.
MARGARET MAZZANTINI * MARE AL MATTINO
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Una volta si sono persi. Nonno
Mussa ha detto che i veri beduini muoiono nel deserto, avvolti da un vortice di sabbia, che non si può sperare di meglio. Che Dio li aveva fatti perdere, per
ricongiungerli al loro destino. Il deserto è come una bella donna, non si rivela mai, appare e scompare.
Ha un volto che cambia forma e colore, vulcanico o bianco di sale. Un orizzonte invisibile, che danza e si sposta come le sue dune.
MARGARET MAZZANTINI * MARE AL MATTINO
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Quella notte che non è mai cosí buia. Il plenilunio illuminava le colline di sabbia e i palmeti, i palazzi e le case d’argilla con le loro punte aguzze contro i malefici.
Ha nascosto Farid nella botola delle risorse, tra le foglie di tè e la carne secca appesa. Intorno c’erano i lampi degli incendi, gli spari. Odore di benzina bruciata
nella sabbia.
Ha trascinato il corpo del marito nella corte. Lo ha lavato con l’acqua del pozzo.
Omar ha molti capelli, bagnati sembrano grappoli d’uva. Jamila gli pulisce le orecchie, gli afferra quei capelli: è una fortuna, amore mio, gli angeli faranno prima a prenderti, a sollevarti in cielo. È una vecchia credenza del deserto, i morti innocenti sono trascinati in cielo dai capelli.
MARGARET MAZZANTINI * MARE AL MATTINO
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