libertà
Non so che opinione voi abbiate della musica, cosa vi piace sentire, cosa vi mette in moto dentro. Per me allora – come oggi, immagino, se solo potessi ascoltarne – era il mare dove i miei sentimenti potevano nuotare all’impazzata, liberi e allegri. Vi ho già detto che mi piace immensamente nuotare; ci sapevo fare già da piccoletto, quando tutti gli altri bambini strillano appena la schiuma della battigia gli solletica gli stinchi. Io non so stancarmi del nuoto: è la felicità del mio corpo, è il mio corpo che si piglia la sua libertà di rotolarsi, di stirarsi, di fluidificarsi, leggero come un uccello.
Non mi dà nessuna soddisfazione l’acqua del fiume o del lago, voglio le onde del mare, il movimento cosmico che abbraccia il mio movimento, un corpo di membra immense che mi prende con sé come una balia tiene tra le pieghe morbide del suo grande corpo un neonato. Bene, la musica fa alla mia anima quello che il mare fa al mio corpo. Io ci nuoto dentro la musica, mi tuffo di testa e di schiena, mi immergo e risalgo, ci vado lontano con il crawl, il dorso, la rana.
Maurizio Maggiani, Il coraggio del pettirosso.
Quel che abbiamo letto di più bello
lo dobbiamo quasi sempre a una persona cara.
Ed è a una persona cara che subito ne parleremo.
Forse proprio perchè la peculiarità del sentimento,
come del desiderio di leggere, è il fatto di preferire.
Amare vuol dire, in ultima analisi,
far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo.
E queste preferenze condivise popolano l’invisibile cittadella della nostra libertà.
Noi siamo abitati da libri e da amici.
Daniel Pennac, da “Come un romanzo”
E il mare era per me, e lo è ancora, la più promettete e seduttiva pagina bianca, Valeria Serra
E il mare era per me, e lo è ancora, la più promettete e seduttiva pagina bianca. La pagina non ancora scritta, il sogno non ancora realizzato, il desiderio non ancora estinto, la fuga non ancora portata a compimento, l’assenza che suggerisce la presenza, l’inizio che non ha fine. Nella sua distesa luminosa e sconfinata, nei suoi abissi sconosciuti diventa facile e quasi inevitabile trovare una metafora vivente alla propria irrequietezza, all’istinto di libertà, alle paure e all’inesplorata e profonda regione dell’anima.
Valeria Serra, da “Le parole del mare”