Mara, camminava sul sentiero dei suoi sogni, ne sentiva il profumo con la sensazione che sotto i suoi piedi l’asfalto si sciogliava con il suo calore, si abbassa per toccarlo, profumava, era di cioccolato, sorrise, e continuò a camminarci sopra, alberi altissimi ricchi di canditi, le nuvole sopra di lei erano di zucchero filato “è un dolce mondo” penso nella sua testa, “come sono finita qui?”
Una farfalla di gelatina si posizionò in volo davanti al suo viso “Ciao Mara, è bello averti qui”
Mara la guardò sorridendo, con il dito la toccò e sentì che era morbida “Sei morbida, sei di gelatina, che gusto hai?”
La farfalla girò intorno a lei, e Mara la seguiva con la testa “Sono fatta di rose, ho il sapore dei fiori, i fiori che sbocciano, ma nel tuo mondo appassiscono, questo è il tuo mondo dolce, ma con la tua paura lo stai rovinando a poco a poco”
Mara capì ciò che la farfalla le stava dicendo, si mise seduta sopra un tronco di liquirizia e gli parlò “Lo so, ma non ci posso fare nulla, è più forte di me, questa dolcezza mi lacera lo stomaco, e ho paura sempre di cadere nel buio, ho paura di portarmi avanti, e incontrare il solito fosso profondo, mi dispiace, per colpa mia avrai un sapore disgustoso”
La farfalla si mise sopra la sua spalla destra “Tocca a te adesso, dare un po più di zucchero a questo tuo mondo salato, ma se resti ferma non aiuterai mai i tuoi sogni di a fiorire come i fiori di cui sono composta, io sono le tue ali, la tua leggerezza, ma per continuare a volare ho bisogno di pensieri, di fiori buoni che fioriscono, pensa a quello che hai intorno, e prova ad assaggiarne il suo zucchero, cogli nel tuo mondo ciò che può essere ok, e potrai cominciare a farmi volare”
Mara si svegliò nel suo letto, si mise davanti allo specchio “E’ vero, devo cominciare ad essere più forte, più sicura di me” con quelle parole, fuori dalla finestra, centinaia di farfalle volarono sul suo giardino, leggere, come aria.
Mara sorrise, si vestì con il sorriso, ed uscì nel suo giardino, le ali gli spuntarono sulle spalle, e riuscì a volare insieme a loro.
(Ejay Ivan Lac)