“…L’Io costruito attraverso il bisogno del riconoscimento dell’altro è un MURO che m’impedisce di vedere CHI SONO, che mi indica un POSTO che debbo occupare, che mi priva di ogni libertà. Così, succube della mia “falsa identità”, mi affanno ad avere sempre più successo, più potere, più stima, più amore, diventando sempre più lo specchio delle attese degli altri e sempre meno me stesso…
La mia “falsa identità” mi pone sempre in balia del giudizio altrui.
Nella falsa identità non percepisco più il mio valore in funzione della mia “unicità”, ma in funzione di ciò che gli altri pensano di me; così mi adopero ogni giorno per accaparrarmi la loro stima e più mi affanno in questa direzione più perdo irrimediabilmente me stesso.
Diventare MIGLIORI, cercando di trovarci SUPERIORI, è un modo per alimentare il nostro senso d’inferiorità.
La falsa identità, infatti, ci pone nelle condizioni di sentirci sempre in ansia, sempre inadeguati, e per questo di dovere avere sempre bisogno di qualcosa che ci manca, di dover possedere sempre tutto e di più, di dover controllare ogni cosa diventando refrattari al rischio di incontrare il senso delle cose che ci accadono.
E’ in relazione a questo bisogno di controllo e consenso che l’ansia di piacere e com-piacere prende strada, che prende strada l’idea che affermarmi per quello che sono diventa un rischio impossibile e che è molto meglio nascondermi,piuttosto che esporre i miei desideri e le mie intenzioni.
La mia falsa identità mi appella affinché sia SPECIALE, quando in realtà sono già UNICO, e questa tensione a raggiungere l’eccezionalità diventa fonte d’infelicità e di stress.
Nella nostra UNICITA’ nulla dev’essere guadagnato e ricercato affannosamente, poiché tutto è già in nostro potere.
Non dobbiamo dipendere da alcunché e da chissà chì, e neppure dobbiamo cercare chissà che cosa, poiché ogni cosa che conta già ci appartiene.
Ma quando la nostra identità non è il riflesso della nostra unicità, ma si affida alla manipolazione del giudizio altrui, allora diventiamo vulnerabili o predatori, consumisti od avari, sospettosi e gelosi, fragili, incapaci di perdonare, egoisti e pretenziosi, cinici e capricciosi, cosicché ogni volta che un qualcuno non soddisfa i nostri desideri, ci sentiamo offesi ed inveiamo contro di lui.
Quando ci sentiamo offesi non è la nostra PERSONA a sentirsi offesa, ma è
L’IDEA CHE CI SIAMO FATTI DI NOI E CHE, NELLA PRETESA NARCISISTICA, VORREMMO CHE L’ALTRO CONDIVIDESSE.
Da qui l’intolleranza, i conflitti di potere, lo sforzo quotidiano di piacere e compiacere, il bisogno compulsivo di successo, di denaro, di bellezza, come condizioni indispensabili per sentirci AMATI ED APPREZZATI…”
Tratto da “Il coraggio di scegliere” Franco Nanetti
Essere Amorevole verso sé stessa,
Amarsi veramente, parte da qui :
Accetto me stessa completamente, pur volendo cambiare aspetti di me.
Accetto gli altri come sono, senza volerli cambiare per soddisfare i miei bisogni.
Ho coscienza dei miei sentimenti e atteggiamenti in ogni aspetto della mia vita, compresa la sessualità.
Ho caro ogni aspetto di me: la personalità, l’aspetto fisico, le convinzioni e i valori, gli interessi e le mie capacità. Valorizzo me stessa piuttosto che cercare una relazione che mi dia valore.
La mia autostima è sufficiente a permettermi di godere della compagnia di altri, soprattutto uomini, che vanno benissimo come sono. Non ho bisogno che qualcuno abbia bisogno di me per sentirmi meritevole.
So che una relazione per poter funzionare, deve avvenire tra persone che condividano simili valori, interessi e obiettivi, e abbiano la capacità di vivere un rapporto intimo. So anche che merito il meglio che la vita ha da offrire!tratto da “Lettere di donne che amano troppo” di Robin Norwood