Leggere, in fondo, non vuol dire altro che creare un piccolo giardino all’interno della nostra memoria. Ogni bel libro porta qualche elemento, un’aiuola, un viale, una panchina sulla quale riposarsi quando si è stanchi. Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in un parco e, in questo parco, può capitare di trovarci qualcun altro.”
Susanna Tamaro – Cara Mathilda. Lettere a un’amica
giardino
Una casa di petali rossi di Kamala Nair
Il giardino che avevo davanti era di una bellezza abbagliante. Sentieri acciottolati si snodavano tra ibisco color salmone, malvarosa dall’aspetto regale, balsamine delicate, orchidee selvatiche, roseti spinosi e arbusti curati punteggiati di gelsomini. Mazzi di bugainvillee scendevano a cascata lungo i lati del muro, simili a scialli stravaganti. Magnolie dai fiori rosa confetto si alternavano alle palme da cocco, che lasciavano penetrare raggi di luce violacea attraverso le grandi foglie a ventaglio. Un po’ discosto, scintillava un laghetto: era circondato da rocce e, sulla sua superficie, fluttuavano dischi verdi sormontati da fiori di loto. Un uccello bianco come la neve, simile a un pavone, entrava e usciva da un boschetto di melograni, accesi da grappoli di fiori dalle intense sfumature arancione. Mi era già capitato di vedere dei pavoni blu, ma mai uno bianco.
Un albero Ashoka sembrava stare di guardia alla porta. Una folata di vento staccò una nuvola di petali rossi dai suoi rami, facendoli cadere ai miei piedi. Uno stormo di farfalle azzurre uscì da un’aiuola di campanelle dorate, e si librò nel cielo. Al centro di quel giardino, sorgeva una casa dalle pareti di stucco color pesca, con gli scuri verdi e il tetto di paglia. Aveva un aspetto così fiabesco da farmi pensare a una casa delle bambole. Un profumo celestiale si levò oltre il muro, inebriandomi…
Dovevo entrare.
Non desideravo altro.