Ritengo che la dieta crudista dia prova di un grande miglioramento rispetto alla normale dieta americana. In primo luogo, tutti gli ingredienti della dieta crudista non sono cotti e sono pieni di enzimi e vitamine: già questo fatto ne fa una dieta rivoluzionaria rispetto a quella standard, e spiega il motivo per cui molte persone hanno riferito di essersi sentite subito meglio, dopo aver adottato la dieta crudista
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Considerando tutti questi fattori, quando paragoniamo la tipica dieta crudista con quella dello scimpanzé, possiamo chiaramente concludere che ci sono essenzialmente due modi per migliorare ulteriormente i nostri schemi alimentari: aumentare il consumo di verdure a foglia verde e ridurre il nostro apporto di semi oleosi e oli
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Gli scimpanzé sono molto simili agli umani: gli scienziati dell’Istituto Chimpanzee and Human Communication della Washington Central University ritengono che «gli scimpanzé andrebbero classificati come persone umane»
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Gli scimpanzé hanno un proprio linguaggio e una propria cultura, benché gli umani non lo abbiano mai lontanamente sospettato, forse perché questi animali non parlano.
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«Si stima che l’uomo moderno e lo scimpanzé condividano il 99,4% della sequenza del DNA, fatto che ci rende più affini l’uno all’altro rispetto a qualunque altra specie animale3. Gli scimpanzé assomigliano agli umani più di qualsiasi altro animale. […] Il cervello umano è molto simile a quello dello scimpanzé. Le principali differenze fra gli esseri umani e le scimmie antropomorfe non riguardano l’anatomia, ma piuttosto il comportamento4. Gli scimpanzé hanno gli stessi gruppi sanguigni degli esseri umani (A, B e 0) e vengono utilizzati negli studi di compatibilità per i trapianti di tessuti, per la ricerca sull’epatite e per altri studi clinici5. I primati non umani [rivestono; N.d.A.] un ruolo cruciale nella ricerca biomedica per lo studio, la terapia e la prevenzione di importanti malattie infettive come l’AIDS, l’epatite e la malaria, e per le malattie degenerative croniche del sistema nervoso centrale (come il Parkinson
e l’Alzheimer) […] La stretta relazione filogenetica dei primati non umani con gli umani non solo apre nuove strade di ricerca per verificare la sicurezza e l’efficacia dei nuovi farmaci e vaccini, ma è molto promettente anche per la valutazione del potenziale delle nuove terapie geniche nelle infezioni umane e nelle malattie genetiche.
I primati non umani sono modelli eccellenti per lo studio della biologia e del comportamento umano grazie alla loro stretta relazione filogenetica con gli esseri umani. Il loro utilizzo nella ricerca biomedica è essenziale per i progressi della medicina […] [ivi compresi; N.d.A.] la scoperta del fattore Rh e la creazione del vaccino del poliovirus […] Il loro utilizzo si è esteso a quasi tutti i campi della medicina».
Se gli scimpanzé e gli umani erano davvero così affini, e se studiare quest’affinità era così essenziale per la nostra salute, mi domandavo, perché noi umani non applichiamo le nostre ricerche in entrambe le direzioni? Com’era possibile che passassimo le nostre peggiori malattie umane agli scimpanzé senza imparare nulla da questi animali? Perché, invece di farli ammalare, non impariamo da loro a guarirci? Perché non provare almeno a nutrirci come loro?
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In uno studio in doppio cieco, abbiamo scoperto che gli scimpanzé comunicano informazioni agli osservatori umani nella Lingua dei segni americana (ASL). Utilizzano segni per riferirsi alle categorie del linguaggio naturale, per esempio: cane per qualsiasi cane, fiore per qualsiasi fiore, scarpa per qualsiasi scarpa, e così via. Gli scimpanzé acquisiscono e utilizzano spontaneamente i segni per comunicare con gli esseri umani e fra di loro rispetto al normale corso degli eventi nell’ambiente in cui vivono. Hanno dimostrato l’abilità di inventare nuovi segni o combinare segni noti per indicare a livello metaforico un nuovo oggetto, per esempio denominare un rafano cibo dolore piangere o riferirsi a un’anguria
come a frutto bevanda. In uno studio in doppio cieco, gli scimpanzé hanno dimostrato di essere in grado di comprendere e di produrre nuovi sintagmi preposizionali, di capire dalla voce umana parole in lingua inglese, di tradurre parole nella Lingua dei segni americana (ASL) e addirittura di trasmettere alla generazione successiva le proprie abilità di comunicazione con i segni senza l’intervento umano.
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Da quando ho studiato gli scimpanzé da autodidatta, questi animali sono fra le mie creature preferite. Ora che ne ho compresa la natura intelligente, provo una profonda compassione per i 1500 scimpanzé che trascorrono la vita al chiuso, in gabbie di piccole dimensioni all’interno dei laboratori scientifici degli Stati Uniti.
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Comprendere le abitudini alimentari degli scimpanzé può aiutarci a comprendere anche le esigenze alimentari umane.