Frasi
Spegni la luce, guardi il soffitto prima di addormentarti e cominci ad odiarti…
Ti odi perché sai che il suo cuore lo hai perso a causa tua, ti odi, perché non sei riuscito a comportarti a modo, sei risultato stupido per qualcosa di stupido…
Ti odi, perché hai ascoltato delle confessioni errate, dichiarazioni sbagliate di persone poco affidabili, ed hai sbranato la sua anima, in un crescere di gelosia e fastidio, ingiustificato e affrettato!
Ti uccideresti, per il peso che hai creato, perché ora non potrai più guardarla negli occhi, non potrai più sentire il suo profumo che cammina delicato sulle piastrelle dell’aria, che circonda ogni cosa, e colora di fascino!
(Ejay Ivan Lac)
Tenere, senza cancellare o buttare, perché quel che non è stato un giorno potrà essere.
La vita e tutto ciò che esiste è imprevedibile, non puoi mai sapere se un giorno sarà ciò che volevi, o sarà altro, l’importante è accettare, e tenere, tutto ciò che è apparso davanti ai nostri occhi grazie agli eventi!
(Ejay Ivan Lac)
Rimpiangi le tue scelte, hai camminato su una strada che non è la tua, ed ora, hai paura di ripetere la stessa realtà.
Avevi in mente l’idea giusta che poi si è rivelata quella sbagliata, ed ora sai che non c’è più tempo, nessuna macchina riporterà le lancette indietro…
Il tuo passato lo hai già scritto, e la strada che ora hai capito di volere è troppo lontana.
Ora trovi tutto difficile, ma nulla è andato perso, le vecchie strade possono essere ritrovate se lo si vuole, le scelte giuste, possono essere prese, se si ha un buon intuito e la capacità di aspettare e ascoltare.
(Ejay Ivan Lac)
Gli umani del nostro tempo, sono convinti, nella loro piccolezza mentale, che siano le uniche e sole, creature perfette che la natura ha creato sulla Terra…
Basta soltanto vedere, un piccolo dettaglio di ciò che ci circonda, osserva come un animale riesca ad affezionarsi ad ogni tipo di persona, sia essa nera, gialla, deforme o altro…
Da li capisci, che siamo sbagliati!
(Ejay Ivan Lac)
Su quella montagna, guardavo quel sentiero illuminato da un pallido sole, le nuvole stavano per disegnare un temporale, e il vento faceva gridare gli alberi…
E gli umani, che fuggivano dalle loro città, gli umani, tutti insieme che camminavano in quel sentiero, ammassati e amareggiati, il viso sporco e quelle poche valigie distrutte, i carri e le auto scassate, portavano i loro ultimi averi, e da lontano, guardando da quella montagna, il fumo e le fiamme di quelle città, avevamo distrutto tutto, avevamo ucciso i nostri simili…
Io preferivo restare su quella montagna a guardare la loro marcia, e dalle colline, gli animali li guardavano, e se li guardavi negli occhi, era come se ridessero di noi, i loro sguardi, i loro occhi, dicevano (Stupidi, esseri inutili, vi meritate anche di peggio) ed io, io non volevo far parte di quella marcia, perchè sapevo che primo o poi, tutto questo sarebbe successo…
Tre volpi, uscirono da dietro un cespuglio e mi guardavano intensamente, era come se dicessero (Non staranno qui adesso? vero?) e io gli risposi, che non se la sarebbero cavata, che sarebbero morti tra un paio di mesi!
Dietro di me, la mia principessa mi abbracciò, e con una lacrima sul viso disse che quella, era la marcia più triste e imbarazzante che l’umanità potesse fare…
La presi dalle mani e gli dissi, torniamo al nostro villaggio, chi ci ha ascoltato aspetta il nostro ritorno!
Così le volpi ritornarono a fissare i nostri simili, e noi, mano per la mano, illuminati da un raggio di sole, tornammo al nostro popolo, che ascoltava la terra e l’anima del nostro pianeta malato…
Lei mi guardò negli occhi e disse: (Ora, tornerà a respirare)
(Ejay Ivan Lac)
Bisognerebbe imparare a volare, imparare ad usare quelle ali che portiamo da quando siamo nati!
Ma prima, devi imparare a sognare e a guardare la vita, in tutte le sue sfaccettature, perché ogni cosa risulta diversa e mai uguale, come invece crediamo che sia!
I tuoi occhi guardano la strada, guardano le persone, il cielo, la luna e il sole, e crediamo che tutto deve essere uguale, e facciamo fuggire ai nostri occhi, quel particolare diverso, lo lasciamo andare per la sua strada anche se lo abbiamo sempre desiderato…
Perché i nostri occhi, ormai hanno preso il posto della nostra anima, ci soffermiamo solo a guardare, e non riusciamo più a sentire nessuna vibrazione!
(Ejay Ivan Lac)