Lei si volta, si accorge di me ed accenna ad un sorriso, poi si alza e comincia a camminare. La seguo.
Devo essere io a condurre questa storia. É lei il personaggio di questa storia che così inizia. Ha riposto il libro nella sua borsa grande e morbida.
[…] Si ferma, risponde al telefono, un dialogo breve. Continua a camminare.Si è accorta che la seguo. Si volta. Mi sorride ancora.
Prosegue. Svolta un angolo. […]
Un momento, stavo dimenticando per un attimo la sua bellezza.
Mi è difficile, almeno all’inizio, tenere insieme le cose e descriverle.
Ricapitolando, tu, questa donna, il racconto che scrivo ed il tuo sguardo, i tuoi occhi.
Spero di esserne capace e poi questa storia va scritta perché è l’unico modo per amarti, l’unica occasione per descrivere il tuo sorriso.
Un domani, quando capirai che la donna seduta che legge sei tu, spero ti riconoscerai[…]
Di una cosa, però, sono certo. Osservandoti, narrandoti, capirò la trama nascosta dietro la tua esistenza.
La narrazione prenderà le tue forme delicate e ti cullerà, come meriti di essere cullata, con la dolcezza del vento, con il colore ed il profumo che è pertinenza di pochi.
Ora, io sento che questo ti appartiene. Allora, continuiamo. Sei uscita, apparentemente
passeggi. Lentamente entro nei tuoi giorni…..”
da Ghost Track * Gianfranco Brevetto