Fernando Pessoa
onda che, avvolta torni,
breve, al mare che ti portò,
e al recedere ti frastorni
come se il mare non fosse,
perchè porti con te
solo la tua cessazione,
e, nel tornare al mare antico,
non porti il mio cuore?
E’ tanto tempo che l’ho
che mi pesa di sentirlo.
Portalo nel suono senza misura
con cui ti odo fuggire.
FERNANDO PESSOA * POESIE SCELTE
Si estende su sette colli – altrettanti punti di osservazione dai quali si possono godere i panorami più splendidi – il vasto, irregolare e multicolore insieme di edifici che forma Lisbona.
Per il viaggiatore che vi giunga dal mare, Lisbona, anche vista in lontananza, sorge come una bella visione di sogno, stagliata contro un cielo azzurro e splendente che il sole allieta col suo oro. E le cupole, i monumenti, gli antichi castelli appena al di sopra di edifici, sono come lontani araldi di quel luogo delizioso, di quella regione benedetta.
FERNANDO PESSOA* LISBONA- quello che il turista deve sapere
***
Ogni uomo venuto a Lisbona è al tempo stesso colpito dalla incomparabile bellezza del bacino del Tago, dal panorama che è possibile ammirare dalla sommità dei suoi sette colli, dai suoi giardini e monumenti, dalle sue più antiche strade e più recenti arterie
FERNANDO PESSOA* LISBONA- quello che il turista deve sapere
POESIE ESOTERICHE* FERNANDO PESSOA
Dio è un grande intervallo.
Ma fra che cosa e che cosa?
Fra ciò che dico e ciò che taccio?
esisto? Chi è che mi vede?
Sono il mio errore… e l’alta colombaia
sta intorno alla colomba,
oppure al fianco?
***
Dio non ha unità
come potrei averla io?
***
l’abisso è il muro che io ho
Essere io non ha misura
***
Per la Pianura senza sentieri
giunge il cavaliere.
Cammina in pace e piano piano
con paura di Nessuno
***
L’assenza di Dio è un dio anh’essa.
***
Il Fato destina estraneo al bene e al male
***
Prendimi, oh notte eterna tra le braccia
e chiamami tuo figlio.
***
Mi raccontai nell’ombra, senza trovarmi un senso…
***
Tutto, anima mia, ha un altro senso,
anche l’avere un senso
***
FERNANDO PESSOA – POESIE ESOTERICHE
*
Pagine Esoteriche Ferdinando Pessoa |
Testo originale a fronte
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Ho pena delle stelle
che brillano da tanto tempo,
da tanto tempo …
Ho pena delle stelle.
Non ci sarà una stanchezza
delle cose,
di tutte le cose,
come delle gambe o di un braccio ?
Una stanchezza di esistere,
di essere,
solo di essere,
l’essere triste lume o un sorriso …
Non ci sarà dunque,
per le cose che sono,
non la morte, bensì
un’altra specie di fine,
o una grande ragione :
qualcosa così, come un perdono ?
FERNANDO PESSOA
I miei pensieri sono qualcosa che la mia anima teme.
Fremo per la mia allegria.
A volte mi sento invadere da
una vaga, fredda, triste, implacabile
quasi-concupiscente spiritualità.
Mi fa tutt’uno con l’erba.
La mia vita sottrae colore a tutti i fiori.
La brezza che sembra restia a passare
scrolla dalle mie ore rossi petali
e il mio cuore arde senza pioggia.
Poi Dio diventa un mio vizio
e i divini sentimenti un abbraccio
che annega i miei sensi nel suo vino
e non lascia contorni nei miei modi
di vedere Dio fiorire, crescere e splendere.
I miei pensieri e sentimenti si confondono e formano
una vaga e tiepida anima-unità.
Come il mare che prevede una tempesta,
un pigro dolore e un’inquietudine fanno di me
il mormorio di un incalzante stormo.
I miei inariditi pensieri si mescolano e occupano
le loro interpresenze, e usurpano
gli uni il posto degli altri. Non distinguo
nulla in me tranne l’impossibile
amalgama delle molte cose che sono.
Sono un bevitore dei miei pensieri.
L’essenza dei miei sentimenti inonda la mia anima.
La mia volontà vi si impregna.
Poi la vita ferma un sogno e fa sfiorire
la bellezza nel dolore dei miei versi.
Fernando Pessoa