La convivenza è spesso un potente vaccino contro il matrimonio. Si è però esposti a un grave effetto collaterale: quello di sposarsi sul serio.
Andrea Mucciolo
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Vigono, nei problemi di convivenza, le stesse leggi che regolano il mercato. Essere tanto indifferenti da sapere contrattare. Sinceri con se stessi, falsi con gli altri.
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere
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Nulla separa di più due persone quanto la convivenza.
Marie von Ebner-Eschenbach, Aforismi
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Ciò che rende tollerabile la convivenza è il timore di un’ altra convivenza.
Roberto Gervaso, La volpe e l’uva
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La cosiddetta convivenza ideale è una menzogna e poiché la cosiddetta convivenza ideale non esiste, nessuno ha il diritto di pretenderla; contrarre un matrimonio, come stringere un’amicizia, vuol dire decidere di sopportare in piena consapevolezza una situazione di doppia disperazione e di doppio esilio, vuol dire passare dall’antinferno della solitudine all’inferno della vita in comune.
Thomas Bernhard, La fornace
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Convivenza: non basta che a tutt’e due piaccia Mozart; bisogna anche che gli piaccia la cipolla.
Roberto Gervaso, Il grillo parlante
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La convivenza, che è vicinanza, logora un’unione quanto la lontananza. E in più, la immeschinisce.
Roberto Gervaso, La volpe e l’uva
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«Come va la convivenza adesso che ti sei sposato?»
«Spendidamente: litighiamo soltanto sul problema agrario.»
«Solo sulla questione agraria?»
«Sì, mia moglie sostiene che “io” dovrei stare sotto terra. Io dico invece che “lei” dovrebbe stare sotto terra.» Ferruccio Fölkel , Nuove storielle ebraiche
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Non abito più insieme a loro. Vivere a lungo con due donne è impossibile.
Avevo conosciuto Elisabeth e Susanne in occasione della visita all’appartamento. L’appartamento era un sottotetto e aveva quattro stanze luminose. Mi era piaciuto a prima vista. Ma sarebbe stato troppo grande per me solo. Tra le persone interessate, le due donne mi avevano colpito immediatamente. Avevano la stessa corporatura e si somigliavano. Il loro abbigliamento, di un’eleganza non appariscente, denotava gli stessi gusti. Pantaloni, maglione e una sciarpa in tinta unita attorno al collo. Non amo attaccare discorso con persone che non conosco. Ma in questo caso si trattava della mia unica opportunità. Superai così la mia ritrosia. “Siete sorelle?” chiesi, il più amichevolmente possibile. Risero. Mi sentii sollevato. “No, non ci conosciamo nemmeno.” Alla mia domanda aveva risposto la più vecchia delle due. Era buon segno. Tra loro c’è una sorta di gerarchia nella comunicazione, potrebbe funzionare, pensai. “Credo che non dovremmo lasciarci sfuggire l’appartamento,” mi affrettai a dire. “Vi ho osservato. Pensate che l’appartamento sia stupendo ma troppo grande, non è vero?” “Lei ha spirito d’osservazione,” rispose la più giovane. “Mi chiamo Susanne. “Dopo le presentazioni decidemmo di andare ad abitare insieme. Il mediatore dapprima fu scettico perché non voleva credere che non ci conoscessimo. Fiutava qualche imbroglio. “Se in questo modo credete di poter trattare il prezzo dell’affitto, vi sbagliate di grosso” si affrettò a dire in tono chiaro e risoluto. Noi volevamo quell’appartamento a tutti i costi.
Le due donne si allearono contro di me sin dal primo giorno. So che in ogni caso non poteva andare diversamente. Da bambino c’erano mia madre e mia sorella a rendermi la vita difficile. Non vorrei essere frainteso. Non me ne lagno mica. Anzi, apprezzo il privato femminile, il legame che nasce da una convivenza stabile con due o più creature femminili.
Zafer Senocak , L’erottomanno
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