Ormai camminiamo in un pianeta quasi morto, morte sono le sue stagioni, il suo clima, la sua natura.
Morte sono le sue piante e i suoi animali, morta, è l’empatia umana, morto è l’amore e l’intelligenza, perché se un pianeta muore, muoiono anche le sue creature, anche quelle più importanti come noi…
Noi, che dovremmo essere i suoi figli, lo stiamo uccidendo, così come ci uccidiamo tra di noi, sangue che scorre sui suoi prati, cadaveri, che affondano nelle sue acque…
Pianti e tristezza, gridano nell’aria, la sua aria, trasporta l’odore delle sue invenzioni, che puzzano di stupidità e gas, non abbiamo scampo, domani… potrebbe essere l’unico giorno in cui guarderemo i nostri amici…
i nostri genitori e parenti…
il nostro amore, il nostro animale!
Domani, potrebbe essere troppo tardi per ogni cosa da fare tra un paio di anni, anni che non vedremo mai, se continueremo a non ascoltare ciò che siamo e ciò, che ci ha creato, la nostra madre terra!
Nati dalle sue acque e dalle sue cellule, nati, per servirla e portarla avanti!
Ma se ci odiamo e uccidiamo tra di noi, se ci insultiamo e deridiamo, se cerchiamo di essere sempre meglio di altri e non diamo importanza alla vita, lei… come tutte le madri, si ammala, nel vedere i suoi figli navigare in cattive acque, figli stupidi che non hanno imparato nulla da lei…
Figli, che oltre a non ragionare, la distruggono fisicamente…
Figli, che rischiano di morire, e non vedere le albe dei giorni che verranno!
(Ejay Ivan Lac)