Smettila di tormentarti tanto. Ogni cosa segue comunque il suo corso, e per quanto uno possa fare del suo meglio, a volte è impossibile evitare che qualcuno rimanga ferito. È la vita. Faccio un po’ il grillo parlante ma è ora che tu cominci a imparare certi meccanismi della vita. A volte tu ti sforzi troppo di adattare la vita ai tuoi meccanismi. Se non vuoi finire anche tu in una clinica psichiatrica cerca di essere un po’ più aperto e di abbandonarti di più alla vita così come viene. Anche una donna debole e imperfetta come me ogni tanto arriva a rendersi conto di quanto meravigliosa sia la vita.
Haruki Murakami, “Norwegian wood. Tokyo blues”
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Per quanto si possa andare lontano, non può fuggire da se stesso. E’ come un’ombra che ti segue sempre. Haruki Murakami, “Tutti i figli di Dio Danzano”
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Mi domando se sia realmente possibile capire perfettamente un’altra persona. Anche quando ci sforziamo di conoscere qualcuno mettendoci tutto il tempo e la buona volontà possibili, in che misura possiamo cogliere la sua vera natura?
Haruki Murakami, “L’uccello che girava le viti del mondo”
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Ognuno lascia la sua impronta nel luogo che sente appartenergli di più.
Haruki Murakami, “Dance dance dance”
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Sono molto più paziente con gli altri di quanto lo sia con me stessa, e mi è molto più facile tirar fuori i lati positivi nelle cose degli altri che non nelle mie. Sono un tipo così. È un po’ come essere quella superficie ruvida su una scatola di fiammiferi. Il che mi sta benissimo, intendiamoci. Meglio essere una scatola di prima qualità che un fiammifero scadente.
Haruki Murakami, “Norwegian Wood”
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-A stare qui mi sembra che il tempo si sia fermato. Il tempo continua a scorrere?
-Sfortunatamente sì. Scorre? Che dico, precipita. Il passato aumenta e il futuro diminuisce. Le possibilità si assottigliano, i rimpianti crescono.
Haruki Murakami, “Dance dance dance”
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Amare qualcuno è una cosa bellissima e, se si tratta di un sentimento sincero non bisogna sentirsi in un labirinto.
Noi siamo tutti esseri imperfetti che vivono in un mondo imperfetto.
Non viviamo misurando le distanze con la riga, gli angoli con il goniometro né controllando entrate e uscite come sul conto in banca.
Ogni cosa segue comunque il suo corso e per quanto uno possa fare del suo meglio, a volte è impossibile evitare che qualcuno rimanga ferito.
Occorre essere aperti e abbandonarsi alla vita così come viene, rendendosi conto di quanto sia meravigliosa. Haruki Murakami, “Tokio Blues”
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Mi domando se sia realmente possibile capire perfettamente un’altra persona. Anche quando ci sforziamo di conoscere qualcuno mettendoci tutto il tempo e la buona volontà possibili, in che misura possiamo cogliere la sua vera natura? Sappiamo ciò che è veramente essenziale riguardo a quell’altro che siamo convinti di comprendere tanto bene?
Haruki Murakami, “L’uccello che girava le Viti del Mondo”
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Guardare troppo lontano è un errore. Se uno guarda lontano, non vede quello che ha davanti ai piedi, e finisce per inciampare. Ma anche concentrarsi troppo sui piccoli dettagli che si hanno sotto il naso non va bene. Se non si guarda un po’ oltre, si va a sbattere contro qualcosa. Perciò è meglio sbrigare le proprie faccende guardando davanti a sé quanto basta, e seguendo l’ordine stabilito passo dopo passo. Questo, in tutte le cose, è il punto fondamentale.
Haruki Murakami, “Kafka sulla Spiaggia”
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Scrivere un libro è un po’ come correre una maratona, la motivazione in sostanza è della stessa natura: uno stimolo interiore silenzioso e preciso, che non cerca conferma in un giudizio esterno.
Haruki Murakami, “L’arte di correre”
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Ho sempre avuto fame di affetto, io. E mi sarebbe bastato riceverne a piene mani anche solo una volta. Abbastanza da dire: grazie, sono piena, più di così non ce la faccio. Sarebbe bastato una volta, una sola unica volta.
Haruki Murakami, Norwegian Wood
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