Frasi Speciali 1° Maggio
Io amo il mio lavoro. Amo la soddisfazione che mi procura l’individuare una scappatoia in un contratto. Amo la scossa di adrenalina che si prova nel chiudere un accordo. Amo l’eccitazione che viene da una trattativa, dal confronto, dal fare l’osservazione migliore fra tutti i presenti a una riunione.
Ogni tanto, forse, mi sento come se qualcuno mi stesse caricando dei pesi sulle spalle. Tipo grossi blocchi di cemento, impilati uno sopra l’altro, e io li devo reggere, anche se sono esausta…
Ma probabilmente càpita a tutti di sentirsi così. É normale
Sophie Kinsella* La Regina della casa
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“Tre persone erano al lavoro in un cantiere edile. Avevano il medesimo compito, ma quando fu loro chiesto quale fosse il loro lavoro, le risposte furono diverse. “Spacco pietre” rispose il primo. “Mi guadagno da vivere” rispose il secondo. “Partecipo alla costruzione di una cattedrale” disse il terzo.”
Peter Schultz
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Il lavoro è una manna quando ci aiuta a pensare a quello che stiamo facendo. Ma diventa una maledizione nel momento in cui la sua unica utilità consiste nell’evitare che riflettiamo sul senso della vita.
Paulo Coelho * Manuale del guerriero della luce
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Il lavoro mi piace, mi affascina. Potrei starmene seduto per ore a guardarlo.
Jerome Klapka Jerome
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L’unico modo per fare un buon lavoro è amare quel che fai. Se non hai ancora trovato ciò che fa per te, continua a cercare. Non accontentarti. Come per tutte le questioni di cuore,saprai di averlo trovato quando ce l’avrai davanti.
STEVE JOBS
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Si fuese el trabajo tan bueno,
se lo hubieran guardado
los ricos para si solos!
Vecchio detto castigliano
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I calcoli matematici sono freddi, generalmente non hanno un’anima. Statistiche, proiezioni, raffronti, percentuali.
Sono operazioni svolte da uomini, ma distanti dalla vita delle persone.
Sono numeri sommati, moltiplicati, sottratti, poi divisi, ancora sommati, divisi, risommati, sottratti di nuovo, e ancora moltiplicati, divisi, che alla fine compiono un totale.
Sono colonne di numeri messi in fila, pronti per essere proiettati, interpretati, magari manipolati, travisati.
Naturalmente dagli uomini, per conto di altri uomini, spesso contro altri uomini ancora.
Solo quando vengono associati a un soggetto, quei numeri fanno capire molto di più di qualsiasi analisi, rapporto, editoriale di un quotidiano, rilievo di un ricercatore.
I numeri associati a un soggetto raccontano una storia e ne descrivono il senso compiuto.
Se ti dicessi 874.940, così, senza spiegarti il motivo, tu non capiresti proprio nulla.
Di cosa stiamo parlando, mi diresti.
874.940.
Sì, va bene, ma di cosa?
874.940.
Persone… uomini… donne… vecchi… ragazzi… bambini… neonati…
[…]
874.940.
Di cosa?
Letti così quei numeri non si capiscono.
874.940.
Se ti dicessi invece operai, impiegati, muratori, carpentieri, attrezzisti, elettricisti, carrozzieri, meccanici, falegnami, contadini italiani portati in ospedale in una giornata di ordinario lavoro.
Se ti dicessi che molti di loro sono immigrati con regolare permesso di soggiorno che in un anno subiscono un infortunio sul lavoro.
Allora capiresti tutto.
E se mi venisse fuori un altro numero?
1120.
Sono gli incidenti sul lavoro mortali in un anno.
A questo punto ti potresti perfino incazzare.
Perché… perché non si può morire mentre si lavora.
Jean-Pierre Levaray* MALEDETTA FABBRICA
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Ti consideri stressata?
No. Non sono stressata.
Sono… molto impegnata. Ma il mondo è pieno di gente impegnata.
É la vita. Ho un lavoro di grande responsabilità, e per me la carriera
è importante.
E va bene. A volte mi sento un po’ tesa. Sotto pressione. Ma…
cavolo, faccio l’avvocato nella City. Cosa vi aspettate?
Mentre scrivo, premo così forte sulla pagina da bucare il foglio.
Accidenti.
Sophie Kinsella* LA REGINA DELLA CASA
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