Ognuno scrive e riscrive il suo copione, lo recita, caratterizzando il personaggio che crede di dover interpretare in quell’opera monumentale, a tratti tragica, drammatica, sentimentale, romantica e a volte persino comica, chiamata vita. Ognuno sale su quel palco e si deve ritagliare una parte, piccola o grande che essa sia poco importa, perché in quel momento, quello è il suo tempo, in quell’attimo lui, per lui diviene il protagonista assoluto, padrone della scena, questo a prescindere se sia solo comparsa o grande attore, perché ci mette l’anima e ci aggiunge anche il cuore. Perché come è risaputo, questo è il teatro della vita, un’opera sempre in cartellone, senza mai concedere una replica o una pausa di riflessione. Dove non ci sono spettatori, perché siamo tutti perennemente attori. E’ vero c’è chi dimentica la battuta e resta silenzioso, o chi non sa più quale sia il suo ruolo, ma la recita va avanti e di quel silenzio e di quello smarrimento nessuno se ne avvede, perché pensano che faccia parte del mestiere, dell’attore consumato che perde il filo e dove meglio crede lo riallaccia, solo per rendere più vera, più autentica, la sua faccia.
Xavier Wheel