Succede che a volte una coltre di nubi avvolga il nostro cuore oscurandoci la mente e rendendo cupi i nostri pensieri. Guardiamo l’orizzonte che è sempre più nero e pensiamo che non ci sarà più il sereno. Ci sentiamo affogare e trascinare sul fondo e cerchiamo inutilmente una mano che ci afferri e ci risollevi. Prendiamoci del tempo, ci è concesso, per piangere e disperarci, per arrabbiarci e angosciarci, ma non arrendiamoci. Facciamoci forza guardiamo in faccia la sofferenza, abbracciamola, combattiamola e poi abbandoniamola; non guardiamo da un’altra parte, non facciamo finta di niente, non eludiamola, perché lei, silente e sorniona, dal suo angolino pazientemente attenderà e al nostro primo accenno di debolezza ci assalirà. Se cerchiamo una mano guardiamo la nostra mano, quella è l’unica mano che può aiutarci. Nessuno può prendere il nostro posto . Non mentiamo a noi stessi dicendo che la nostra sofferenza sia unica e speciale perché sappiamo benissimo che è solo una scusa per non affrontare. Diventiamo padroni di noi stessi, penetriamo nel nostro essere e spazziamo le nubi dal cuore, illuminiamo la mente e rivestiamo i nostri pensieri di luce splendente.
(L’Effimera)