Il perdono verso se stessi ha effetto liberatorio anche su quanto abbiamo fatto nel passato ed è una manifestazione di amore verso sé stessi e verso la propria vita …
(Rafael Echeverría)
Se poi avviene che facciamo qualche errore, e magari a ben vedere non è stato nemmeno poi così grande, considerate le condizioni in cui magari abbiamo agito, cominciamo a rimuginare e ad esser scontenti di ciò che abbiamo fatto e per estensione, ad esser scontenti di noi stessi….
Qual è il meccanismo che ci porta a ciò?
La più assurda delle pretese: essere perfetti. E sì, è proprio questo che facciamo quando ci incolpiamo per errori che abbiamo fatto: stiamo “giudicando” noi stessi per l’errore fatto. E cosa altro è questo modo di ragionare se non la convinzione/pretesa di esser perfetti?
Ma questo modo di “pensare” non è molto produttivo, anzi è un vivere decisamente di basso livello….Continuare a fustigarsi per il passato non ci aiuta certo ad essere migliori o a lavorare meglio. Ci toglie anzi energia e concentrazione.
Come uscirne?
Eh, perdonandosi ovviamente, ma per farlo occorre giungere ad una verità scomoda per l’ego: non siamo infallibili. Non siamo quello che pensavamo di essere.
Ma se ci mettiamo a ragionare così la nostra autostima crolla no?
E perché devi avere autostima? Per continuare a pensare di essere perfetto? La “stima” lo dice la parola stessa, si basa su una valutazione, su un giudizio che viene formulato in base a criteri…E allora non se ne esce.
Diversamente vanno le cose se ci si ama. Ma se ci si ama, lo si fa anche se non si è perfetti, anche se si sbaglia….altrimenti smetteremmo di amarci quasi subito.
Perdonarsi significa amarsi, ma anche e soprattutto ammettere i propri limiti. Se si fa questo la pace, l’equilibrio, la concentrazione, la voglia di fare, l’entusiasmo, ritornano.