Pensate di sapere cos’è il bene e cos’è il male? Sbagliate.
Perchè?
Forse perché penso di saperlo io e voglio illuminarvi? No.
Il problema è che NON è possibile “saperlo”.
Perchè?
Perchè quando anche pensaste di saperlo, vi ingannereste, o meglio, ci inganneremmo.
Il Cristiano dirà: il Bene é Gesù Cristo nostro signore, che è morto per noi e che è Dio incarnato.
Già. E allora?
Cosa ne consegue? Che chi non è cristiano è nelle menzogna, è nel peccato, è posseduto da Satana?
E quindi cosa facciamo verso questi “assatanati”? Li disprezziamo, li combattiamo, li mettiamo al rogo (ora non più per fortuna), li tacciamo di “laicismo” li insultiamo, li odiamo, preghiamo per loro e diciamo al nostro Dio “meno male che non siamo come loro!”: io vado in chiesa tutte le domeniche, faccio la comunione, mi confesso, io sì sono un cristiano, un buon cristiano. E mi salverò dal giudizio di Dio!
E dimenticano la parabola del fariseo e del peccatore in fondo alla sinagoga.
E così il male che noi abbiamo così brillantemente individuato nel non-essere cristiani, si camuffa da superiorità e rientra dalla finestra dell’orgoglio religioso, pronto a riseminare divisione.
Ma c’è invece il saggio Buddista che dice o pensa: ah, questi fanatici della religione che creano Dei dai cui si fanno condizionare e non vedono la natura della schiavitù della mente.
Si mettono nelle mani di un Dio che non agisce che non fa nulla perché non esiste e se ne fanno completamente condizionare mentalmente, non rendendosi conto della natura impermanente della mente e dei pensieri…
E così anche loro saggi e illuminati dalla conoscenza, non vedono quanto può liberare la mente l’aver davvero fede, quanto la fede sia necessaria per la liberazione della mente e si arroccano nella loro pretesa superiore conoscenza dimenticando il famoso aneddoto del Buddha che metteva in guardia il discepolo dalla conoscenza:
“il contrario della conoscenza è libertà o discepolo.”
E così ci ostiniamo a non capire che quando riteniamo di aver ragione diventiamo orgogliosi, superbi, insensibili ed anche mentalmente ottusi.
E allora dovremmo riflettere sul frutto di quell’albero della conoscenza del Bene e del Male che tanto danno ci ha portato e porta tuttora. Un frutto dolce e desiderabile al primo morso, ma amaro, urticante, indigesto nello stomaco, quando viene assimilato dalla mente vanitosa e digerito dall’ego assolutizzante.
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IL BENE E IL MALE
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