Era una gioia appiccare il fuoco.
Era una gioia speciale veder le cose divorate, vederle annerite, diverse.
Con la punta di rame del tubo fra le mani, con quel grosso pitone che sputava il suo cherosene venefico sul mondo, il sangue gli martellava contro le tempie, e le sue mani diventavano le mani di non sai che direttore d’orchestra che suonasse tutte le sinfonie fiammeggianti, incendiarie, per far cadere tutti i cenci e le rovine carbonizzate della storia. Col suo elmetto simbolicamente numerato 451 sulla stolida testa, con gli occhi tutta una
fiamma arancione al pensiero di quanto stava per accadere la prossima volta, l’uomo premette il bottone dell’accensione, e la casa sussultò in una fiammata divorante che si dette ad arroventare il cielo vespertino, poi ad ingiallirlo e infine ad annerirlo.
Ray Bradbury – Fahrenheit 451
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«Dunque» cominciò la ragazza, «ho diciassette anni e sono pazza. Mio
zio dice che queste due cose vanno sempre insieme. Quando qualcuno ti
chiede quanti anni hai, mi ha detto, tu di’ sempre diciassette e che sei
pazza. Non è forse una bell’ora questa, di notte, per fare due passi?
Ray Bradbury – Fahrenheit 451
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ficcati bene in capo una cosa: tu non sei importante. Tu non sei nulla. Un giorno, il fardello che ognuno di noi deve portare può riuscire utile a qualcuno. Ma anche quando avevamo libri a nostra disposizione, molto tempo fa, non abbiamo saputo trarre profitto da ciò ch’essi ci davano. Abbiamo continuato come se niente fosse ad insultare i morti. Abbiamo continuato a sputare sulle tombe di tutti i poveri morti prima di noi. Conosceremo una grande quantità di persone
sole e dolenti, nei prossimi giorni, nei mesi e negli anni a venire. E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro:
Noi ricordiamo.
Ray Bradbury – Fahrenheit 451
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E quando fosse venuta la sua volta, che cosa avrebbe potuto dire, che cosa avrebbe potuto offrire in un giorno come quello, per rendere il viaggio un poco più agevole? Per ogni cosa c’è una stagione. Sì. Il tempo della demolizione, il tempo della costruzione. Sì. Il tempo del silenzio e il tempo della parola. Sì, tutto questo. Ma che altro? Che altro ancora?
Qualcosa, qualcosa…
Ray Bradbury – Fahrenheit 451
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Montag spiò l’immensa cortina di polvere calare e il silenzio immenso scendere sul loro mondo. E a stare disteso là gli sembrava di vedere ogni singolo granello di polvere ed ogni filo d’erba e di udire ogni grido, ogni pianto, ogni fruscio che alitassero ora nel mondo. Il silenzio scese nella polvere sparsa e su ogni cosa che a loro potesse occorrere di guardarsi intorno, di raccogliere la realtà di tanta giornata nei loro sensi.
Ray Bradbury – Fahrenheit 451
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Che traditori possono essere i libri! Tu credi che ti sostengano e invece ti si rivoltano contro.
Ray Bradbury – Fahrenheit 451
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Perché anche noi siamo dei bruciatori di libri. Leggevamo i libri e poi li bruciavamo, per paura che ce li trovassero in casa. I microfilm non servivano, eravamo sempre in viaggio, non volevamo dover sotterrare il film in attesa di ritornare. Sempre il rischio di essere scoperti! Meglio tenersi tutto quanto in testa, dove nessuno può venire a vedere o sospettare nulla! Noi siamo tutti pezzi e bocconi di storia, letteratura, codice internazionale, Byron, Tom Paine, Machiavelli o Gesù Cristo, ecco tutto
Ray Bradbury – Fahrenheit 451
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Trasmetteremo i libri ai nostri figli, oralmente, e lasceremo ai nostri figli il compito di fare altrettanto coi loro discendenti. Naturalmente, molte cose andranno perdute, con questo sistema. Ma non puoi obbligare la gente ad ascoltare, se non vuole
Ray Bradbury – Fahrenheit 451
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«Mi permettete una domanda? Da quanto tempo lavorate agli incendi?»
«Da quando avevo vent’anni, dieci anni fa.»
«Non leggete mai qualcuno dei libri che bruciate?»
Lui si mise a ridere:
«Ma è contro la legge!»
«Oh, già, certo.»
«È un bel lavoro, sapete. Il lunedì bruciare i luminari della poesia, il
mercoledì Melville, il venerdì Whitman, ridurli in cenere e poi bruciar la
cenere. È il nostro motto ufficiale.»
Continuarono a camminare e infine la ragazza domandò:
«È vero che tanto tempo fa i vigili del fuoco spegnevano gli incendi
invece di appiccarli?»
«No, è una leggenda. Le case sono sempre state anticendio, potete
prendermi in parola.»
«È strano. Mi ricordo di aver sentito dire che molto, molto tempo fa le
case ardevano spesso per disgrazia e che occorrevano gli uomini del fuoco
per domare le fiamme.»
Ray Bradbury – Fahrenheit 451
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