Siamo al 31 dicembre […] ogni volta che mi sintonizzo sui telegiornali della Rai, che si prende qui via cavo, cado immancabilmente su un interminabile discorso sul “cenone” di capodanno. Cosa mangerete di qui, e che cosa cenerete di là. E giù con immagini e vari temi sul cenone di fine anno. Quello che non riesco a capire è come mai la totalità delle persone intervistate rispondano esclusivamente su “cenone”: chi parla di tacchino, chi parla di polenta, chi di braciole di maiale e chi se lo può permettere di ostriche e champagne. Ci fosse uno solo intervistato che abbia per puro caso risposto: ma quale cenone? pensiamo piuttosto agli altri, ai poveri, pensiamo ai disoccupati, ai senzatetto, pensiamo alla nostra anima, pensiamo piuttosto a questo paese che va a rotoli. Ma no: tutti fissati dal mangiare, mangiare, mangiare.
Il ritorno di Neanderthal
Di Roberto Dana
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Sembra che non esista nient’altro al mondo nella vita di ogni singolo individuo in casa in Italia, che la cena di Capodanno e il solito rituale di vai “divertimenti” annessi e connessi complice la nostra tivù, complice i giornali e complice soprattutto una grossa parte dell’inzana, martellante ossessionante pubblicità televisiva. questo a mio modesto avviso è davvero una prova di estrema superficialità d’animo.
Il ritorno di Neanderthal
Di Roberto Dana
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Il 31 dicembre, ultimo dell’anno,
si festeggia la notte di Capodanno;
si prepara il cenone
con lenticchie e zampone,
carne o pesce a volontà
per l’anno che verrà;
si preparano veri arsenali
di fuochi artificiali.
Una notte allegra e danzante
con panettoni, pandori e spumante;
negli utlimi secondi si fa la conta,
e la bottiglia da stappare è pronta;
quando i festeggiamenti finiranno,
saremo già nel nuovo anno.
Filastrocche del cuore, scegli tu il colore
Di Carolina Casacchia
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Il cenone di capodanno in casa mia è una cosa semplice, qualche festone drappeggiato sulle mensole, tra i libri, qualche candela sul tavolo apparecchiato con la tovaglia bianca.
Il rovescio del buio
Di Francesca Petrizzo
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Anche la preparazione dei vermicelli con le vongole veraci – piatto obbligatorio per il cenone di Natale e di Capodanno – ha bisogno del suo tempo. Le vongole, infatti, è meglio farle stare una nottata intera in ammollo in acqua salata per permettere lo spurgo di eventuali impurità. Eduardo de Filippo considerava la cucina un’arte. La rispettava a tal punto da darla un ruolo da protagonista nel suo teatro […] chi non ricorda il Natale in casa Cupiello. […] anche per me la cucina è importante, è arte, è poesia nella vita. La cucina è anche un modo per stare insieme. Quando ero ragazzo a casa c’era il rito del pranzo della domenica e dei cenoni di Natale, Capodanno e Pasqua. I miei genitori compravano, di ritorno dalla messa e dalla passeggiata, il cartoccio con le pasterelle fresche: roccocò, mustacciuoli, susamielli e struffoli, tutti avvolti nella carta lucida della pasticceria.
Questo sono io.
di Gigi d’Alessio,
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Il Capodanno Il Capodanno è euforia di brindisi, scambi di auguri, promesse per il nuovo anno ma anche momento di riflessione su ciò che è stato e ciò che sarà. E di buon auspicio a Capodanno, oltre che arricchire il cenone con le lenticchie da sempre simbolo di prosperità, scambiarsi gli auguri e il bacio sotto il vischio, usanza più nordica che nostra ma già presente in molte case perchè primette felicità in amore.
Auguri e parole per ogni occasione
Di AA. VV.
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Sua madre stava in cucina dalle cinque di mattina a preparare il fottuto cenone di San Silvestro. Ma chi glielo fa fare? si domandò senza trovare risposta. Aveva organizzato un cenone esagerato per Mario Cinque, il portiere della palazzina.
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Piccole Cose Aforismi d’Autore, Dediche Speciali Stephen Littleword |