Non ricordo con sicurezza quando ci baciammo la prima volta. Nella mia fantasia era già successo infinite volte. Forse quella sera sotto il portone di casa mia, dopo la cena con le ostriche e il vino bianco. Sì, forse quella sera in cui, per la prima volta, mi chiedesti di salire.
Mi ricordo con esattezza, però, quando ho sentito, per la prima volta, che non avrei mai più amato nessuno dopo di te.
Pioveva. Come stasera. Un sabato qualunque nella capitale. Un sabato pomeriggio di shopping in uno dei tanti affollati centri commerciali, in compagnia di una coppia di amici, quelli che ci avevano fatto incontrare. Poi la corsa nel parcheggio sotto la pioggia, senza ombrelli.
Seduti sul sedile posteriore dell’auto, in coda per uscire dal parcheggio, ridevamo come ragazzini e non riuscivo a smettere di guardare i tuoi bellissimi occhi neri. Allungai una mano per spostarti dalla fronte un ricciolo bagnato, con un gesto che si trasformò in una lieve, impercettibile carezza, un gesto con cui mi consegnai completamente nelle tue mani.
E mi ricordo con esattezza la prima volta che le tue mani mi sfiorarono con delicatezza, infilandosi sotto la mia maglietta.
Non ricordo, invece, cosa c’eravamo andati a fare a Napoli quella domenica, forse a prendere le sfogliatelle calde da Scaturchio. Ricordo, però, il viaggio di ritorno in autostrada e il momento in cui scelsi quel luogo così poco romantico per dirti: “Ti amo.”
La felicità mista a terrore che lessi nei tuoi occhi l’avrei rivista ancora molte volte durante la nostra storia. E adesso che ci penso, l’ho rivista anche l’altra sera, l’ultima sera.
Quella notte mi sdraiai su di te, nel mio letto e dissi: “Guarda, sono proprio della tua misura.” Mi volevi ma avevi paura. Lo sentivo che avevi paura. Ti controllavi, non volevi lasciarti andare. Chi ti aveva fatto così male da farti tenere così lontano dall’amore?
La tua dolcissima
1 commento
Ciao! Posso chiederti da dov’è tratto questo pezzo?
Grazie 🙂