Mi sento un po’ Cappuccetto Rosso, ma tu non sei la nonna e per fortuna non c’è il lupo cattivo. C’è solo una capretta marroncina in mezzo al bianco delle rocce, l’azzurro sullo sfondo, il sentiero da percorrere fino alla spiaggetta per stendermi sull’asciugamano accanto al tuo.
ANTONIO TABUCCHI * SI STA FACENDO SEMPRE PIU’ TARDI
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Ho preso il tuo biglietto, sono entrato nel mare […] e l’ho depositato sulla superficie dell’acqua. L’onda l’ha avvolto, ed è scomparso alla vista. Oddìo, ho pensato per un momento con quel batticuore di quando si assiste a una partenza (le partenze causano sempre un po’ d’ansia, e tu sai che in me è sempre eccessiva), finirà contro le rocce. E invece no. Ha preso la direzione giusta, galleggiando gagliardamente sulla corrente che rinfresca il piccolo golfo, ed è scomparso in un attimo. Ho cercato di sventolare l’asciugamano per dirti ciao, ma tu eri già troppo lontana. Magari non te ne sei neppure accorta.
ANTONIO TABUCCHI * SI STA FACENDO SEMPRE PIU’ TARDI
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Il passato è più facile da leggere: uno si volta all’indietro e, potendo, da un’occhiata. E poi, sia come sia, esso rimane sempre impigliato da qualche parte, magari a brandelli. A volte bastano soltanto l’olfatto e le papille gustative, è notorio: lo sappiamo da certi romanzi, anche belli. Oppure un ricordo, quale che sia: un oggetto visto nell’infanzia, un bottone ritrovato in un cassetto, che so, una persona che essendo un’altra te ne ricorda un’altra, un vecchio biglietto del tram. E all’improvviso sei lì, proprio su quel trammino sferragliante che andava da Porta
Ticinese al Castello Sforzesco
ANTONIO TABUCCHI * SI STA FACENDO SEMPRE PIU’ TARDI
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E ho pensato alla vita, che è surrettizia, e che raramente mostra in superficie le sue ragioni, e invece il suo vero percorso avviene in profondità, come un fiume carsico.
Ti avevo detto: ora è finita.
Ma senza dirtelo, perché anche il silenzio è carsico.
ANTONIO TABUCCHI * SI STA FACENDO SEMPRE PIU’ TARDI
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Nei nostri sogni avevamo sempre fatto come Don Chisciotte che spinge il suo immaginario fino in fondo, un immaginario che presuppone la follia, purché essa sia esatta: esatta nella topografia del paesaggio reale che egli attraversa con la sua immaginazione.
ANTONIO TABUCCHI * SI STA FACENDO SEMPRE PIU’ TARDI
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quando leggerai la lettera che un giorno ti scriverò, vedrai, una lettera a cui ho sempre pensato, che mi ha accompagnato per tutto questo tempo, una lettera che ti devo e che scriverò davvero, puoi starne certa, te lo prometto…
Si sta facendo sempre più tardi.
ANTONIO TABUCCHI * SI STA FACENDO SEMPRE PIU’ TARDI