La mia meta non poteva essere che una: Napoli, il luogo delle origini, un luogo che nel corso degli anni avrei finalmente scoperto nei suoi aspetti per me oggi così essenziali, un universo del tutto originale rispetto a quello elaborato dalla mia immaginazione, un mondo perpendicolare.
Contrariamente ai luoghi dai quali provenivo, qui non avrei trovato più spazi sconfinati, né orizzonti senza limiti.
Vivere a Napoli è come vivere confusamente in uno spazio che ti spinge in basso, nelle viscere stesse della terra e, senza soluzione di continuità, come per una reazione irriflessa, ti sobbalza anche verso l’alto, in un volo breve ed intenso ma senza meta alcuna.
In un certo senso è come vivere senza riuscire a liberarsi mai dalle profonde radici che ti limitano così come ti sostengono.
Una Pampa verticale in cui vivere è come un miraggio, un miraggio che ti fa vivere, vivere o morire!
L’ombra più lunga * Gianfranco Pecchinenda