I viaggi sono le levatrici del pensiero. Pochi luoghi risultano più favorevoli di un aereo, una nave o un treno in movimento al conversare interiore. Tra ciò che abbiamo davanti agli occhi e i pensieri che coltiviamo nella mente esiste una correlazione singolare: spesso i grandi pensieri hanno bisogno di grandi panorami, quelli nuovi di nuove geografie, e le riflessioni introspettive che rischiano di impantanarsi traggono vantaggio dal fluire del paesaggio.
Alain De Botton * L’arte di viaggiare
***
Al cospetto della bellezza veniamo innanzitutto colti dall’impulso di afferrarla e possederla per darle maggiore spazio nella nostra vita. È come se volessimo disperatamente dire: «Sono stato qui, ho visto tutto questo
Alain De Botton * L’arte di viaggiare
***
Tra tutti i mezzi di trasporto, il treno costituisce forse l’ausilio migliore per il pensiero: i suoi panorami non hanno nulla della potenziale monotonia di quelli tipici della nave o dell’aereo, si muovono con la rapidità sufficiente a scongiurare la nostra esasperazione e con la lentezza necessaria per consentirci di distinguere gli oggetti. Ci offrono spaccati brevi ma stimolanti di regni privati, mostrandoci una donna nell’atto di prendere una tazza da un ripiano della cucina e subito dopo un patio con un uomo addormentato, e poi ancora un giardino dove un bimbo afferra la palla lanciatagli da una figura invisibile.
Alain De Botton * L’arte di viaggiare
***
Viaggiando corriamo il rischio di vedere le cose giuste al momento sbagliato, prima cioè di aver avuto modo di elaborare la necessaria ricettività nei loro confronti e quando ogni informazione risulta ancora inutile e sconnessa come la perla di una collana senza filo.
Alain De Botton * L’arte di viaggiare
***