Attenta quando sposi la buona causa della caccia alla strega. Potresti trovarne una proprio nel tuo specchio!
Anna Pianura, Foto Letteratura ed Emozione
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Un proverbiuo popolare dice di non credere alle streghe “che però esistono davvero”. Certo che esistono. Siamo noi, che abbiamo scelto come vocazione e come scopo l’apprendimento della saggezza cosmica, dei riti e sortilegi che ci permettono di allontanare le vibrazioni negative e di attrarre quelle benefiche, attraverso le quali possiamo fare del bene anche agli altri.
Montse Osuna, Le Magie della Strega moderna
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Per la stregoneria moderna la notte tra il 31ottobre e il 1 novembre spalanca ancora le frontiere tra la realtà e la magia, tra i vivi e i morti,, tra il bene e il male. Durante questa notte occorre evocare le vibrazioni che ci proteggono dalle energie negative, per allontanarle da noi e poterle dominare durante i dodici mesi successivi
Montse Osuna, Le Magie della Strega moderna
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Le donne sono sempre state guaritrici. Sono state i primi medici e anatomisti della storia occidentale. Sapevano procurare gli aborti, fungere da infermiere e consigliere. Le donne sono state le prime farmaciste, che coltivavano le erbe medicinali e si scambiavano i segreti del loro uso. Erano esse le levatrici che andavano di casa in casa, di villaggio in villaggio. Per secoli le donne sono state medici senza laurea, escluse dai libri e dalla scienza ufficiale: apprendevano le loro conoscenze reciprocamente, trasmettendosi le loro esperienze da vicina a vicina, da madre a figlia. La gente del popolo le chiamava «le sagge», le autorità streghe o ciarlatane. La medicina è parte della nostra eredità di donne, della nostra storia, è nostro patrimonio.
Barbara Ehrenreich: Le streghe siamo noi
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La pratica della stregoneria contemporanea, così come la intendiamo noi streghe moderne, ha varie finalità e scopi: la prevenzione generale che serve a rafforzare la nostra energia interiore e a dominare la forza delle vibrazioni; la protezione delle persone e delle cose materiali; la liberazione personale allo scopo di realizzare tutte le nostre potenzialità. . Questi scopi sono complementari, e trovano espressione nella risoluzione magica dei problemi concreti che ostacolano il nostro cammino verso il Bene, la felicità e la completezza.
Montse Osuna, Le Magie della Strega moderna
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Se la storiografia fosse un territorio, la stregoneria sarebbe uno dei luoghi più frequentati.
Paolo Lombardi, Streghe, spettri e lupi mannari
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non tutto ciò che si crede comunemente sulla strega è vero, e in particolare non è vero, come credeva invece Institoris, che la streghe siano trasportate dal diavolo al sabba; non è vero che possano tramutare il loro corpo in quello di un animale; non è vero che le streghe abbiano poteri mirabolanti, ad esempio quello di resuscitare i morti. Si tratta di un inganno che il diavolo tende alle streghe, quando, per irretirle al proprio servizio, fa credere loro di possedere tali poteri, che invece sono soltanto immaginari. Non è dunque vero che l’immagine della strega, così come fissata dal Malleus maleficarum, si diffondesse a macchia d’olio; non è vero che la cultura del tardo XV secolo fosse disposta a ricevere tale figura acriticamente.
Paolo Lombardi, Streghe, spettri e lupi mannari
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Nel Rinascimento, la strega sembra come il guardiano dell’innocenza di un mondo già perduto nella preistoria del pensiero religioso e, in un futuro prossimo, del pensiero scientifico. Il suo laboratorio è una collezione di rifiuti, nella tradizione di un sapere popolare diffuso e apprezzato, un modo di conoscere e modificare il mondo a partire dalla magia, dove non soltanto íl simile produce íl simile, ma dove la magia opera anche per estensione e per contagio.
Esther Cohen
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“Bisogna parlare di eresia delle streghe, non degli stregoni; questi contano poco”
Sprenger
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Unico medico del popolo fu, per mille anni, la strega. Imperatori, re, papi, i più ricchi baroni avevano qualche dottore di Salerno, qualche moro o ebreo; ma la grande massa, un po’ tutti e d’ogni condizione, consultavano solo la Saga o Saggia-donna. Non guarendo, la insultavano e le dicevano strega. Ma di solito, per rispetto e anche timore, la chiamavano Buonadonna o Belladonna: lo stesso nome dato alle fate.
Le capitò quanto ancora capita alla sua pianta preferita, la belladonna, e alle pozioni benefiche da lei usate, rimedi dei grandi flagelli del medioevo. Il ragazzo e l’ignaro passante maledicono queste livide erbe senza conoscerle. I colori indefiniti li terrorizzano. Arretrano, s’allontanano. Eppure si tratta solo di lenitivi (solanacee) che, somministrati con misura, hanno spesso guarito e alleviato molti mali.
Li trovate nei luoghi più sinistri, solitari e pericolosi, tra macerie e ruderi. Anche in questo somigliano a chi li utilizzava. Dove se non in lande selvagge avrebbe potuto vivere quell’infelice così perseguitata, quella maledetta, reproba, avvelenatrice che guariva e salvava? La sposa promessa del diavolo e del Male in persona, colei che ha fatto tanto del bene, come dice il gran dottore del Rinascimento Paracelso: che, nel 1527, fece a Basilea un falò di tutta la medicina, dichiarando di non sapere niente oltre a quanto appreso dalle streghe.
Meritavano un premio. L’ebbero. Le compensarono con torture e roghi. S’escogitarono appositi supplizi, inediti strazi. Venivano giudicate in massa e condannate per una parola. Mai ci fu più spreco di vite umane.
Jules Michelet , La strega