Il sorriso di un nonno
un tesoro da custodire
tra le più grandi ricchezze memoria
Anton Vanligt
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Nonna, eredità di intenti, sogni e speranze,
riposo del cuore in una carezza,
gioia infinita di rispecchiarmi nei tuoi occhi.
Meraviglia della tua vita nella mia,
e dove io cammino, ci sei anche tu.
Nel mio cuore nella mia pelle.
Stephen Littleword
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«Quando il tuo nipotino afferra per la prima volta il tuo dito con la sua piccola mano, ne diventi dipendente.»
Che gioia, comincia l’avventura
Alla fine la telefonata è arrivata. Vi hanno comunicato la splendida notizia: finalmente siete diventati nonni. Avete aspettato — per quanti anni? — pazientemente e siete stati bravi. Non avete mai fatto il minimo accenno, non avete mai raccontato di quanto fossero contenti i vostri amici con i loro nipotini, non avete mai voluto sapere esplicitamente che cosa pensassero di fare a riguardo e non vi siete mai lamentati con gli amici di quanto vostro figlio e sua moglie temporeggiassero.
Finalmente tutte quelle scene di bambini che vi girano intorno, che vi chiedono di essere coccolati o sollevati per aria, quelle che tante volte vi eravate immaginati, diverranno reali. La gioiosità contagiosa tipica dei bambini riempirà di nuovo la casa: potete riguardare, con un pizzico di malinconia, le foto dei vostri figli quando erano piccoli, rispolverare i vecchi giocattoli riposti in cantina, recuperare i libri di favole che leggevate loro. Potete, anzi dovete, raccontare a tutti i vostri amici il lieto evento e, perché no, organizzare una festa! È meraviglioso! Congratulazioni!
Phill Williams, nonni moderni
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Quando chiamavo mia madre le dicevo che stavo bene, di non preoccuparsi, ma poi chiamavo la nonna e le confidavo che era dura, trattenendo a fatica le lacrime. Allora lei mi implorava di tornare. Quando me lo diceva, non riuscivo più a controllarmi e piangevo, mentre la nonna ripeteva il mio nome al telefono. “Giacomo, Giacomo, Giacomo, non fare così.” Smettevo di piangere e le dicevo che le volevo bene e allora iniziava a piangere lei.
Una cosa che mi ha sempre fatto sorridere di mia nonna è che ogni volta mi ringraziava per aver telefonato: “Grazie, neh… che mi hai chiamato”.
Ciao nonna.
Fabio Volo – il giorno in più
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Di quelle sere sul balcone ricordo anche quando guardavo verso la stanza e vedevo la nonna illuminata dalla luce azzurra della televisione. Seduta, vestita solamente con una sottoveste, a sventolare un ventaglio con i piedi sopra le ciabatte. Quando invece infilava le ciabatte, i piedi sembravano gonfi. Pareva che li avessero colati dentro e qualcuno si fosse
dimenticato di dire “basta”. Strabordavano. Stava lì, fissa davanti alla televisione, e a volte si addormentava. Non ho mai capito perché quando succedeva se le chiedevo: “Dormi?” mi rispondeva: “No, non dormivo, ho chiuso solamente un attimo gli occhi”. Sembrava si vergognasse di ammettere che dormiva. Boh!
Fabio Volo – Il giorno in più
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Mia nonna un giorno mi aveva detto: “La vecchiaia è un posto dove vivi di ricordi. Per questo, quando sei giovane, vivi creandotene di belli”.
Ogni volta che ho fatto qualcosa di bello, oppure una stronzata, dopo quella frase di mia nonna mi sono sempre detto:
“Vabbè… la racconterò ai miei nipotini”.
Fabio Volo – Il giorno in più
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Nella vita, quando ho avuto bisogno di sapere se il tempo sarebbe cambiato, solitamente mi rivolgevo a mia nonna.
Non ha mai sbagliato un colpo.
La sua frase era: “Mi fanno male le gambe, domani piove”. E il giorno dopo pioveva.
Da bambino avevo anche una statuetta della Madonna che cambiava colore in base al tempo, ma le gambe della nonna erano più infallibili della Madonna.
FABIO VOLO * IL GIORNO IN PIU’
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Essere nonni significa trovarsi in una fase della vita che rende in genere più capaci di entrare in risonanza con la generazione dei nuovi cuccioli, di sentirne vibrare le emozioni, di comprenderne i bisogni profondi, di meravigliarsi delle loro scoperte.
Vittoria Cesari Lusso , Il mestiere di… nonna e nonno
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«Io volio bene al mio nono.»
«Mio papà compra il giornale alla ridicola.»
«La torta era una vera raffineria.»
Osservare i propri nipotini mentre imparano a parlare è veramente un gran piacere. E il linguaggio è veramente un elemento fondamentale, una qualità indispensabile per riuscire bene a scuola e nella vita.
Sono molti i modi in cui i nonni possono aiutare i nipoti a migliorare il loro linguaggio.
Parlare con loro il più possibile, leggere loro molti libri, scrivere delle lettere: ecco come aiutare i nipoti a parlare bene e a evitare i classici errori di linguaggio che affliggono tutti gli studenti. Mi sembra utile suggerire qui di seguito alcuni dei modi migliori per aiutare i nipoti a parlare bene.
Phill Williams, nonni moderni
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Quando i nipoti diventano più grandi ecco che la situazione cambia: «Nonno, mi racconti una storia?»
I nonni, infatti, hanno tutto il tempo che serve per raccontare quelle storie che i bambini adorano. I piccoli, inoltre, ricordano le storie che raccontate loro e, di solito, apprezzano molto quelle più vecchie.
Un nonno ha scritto: «Se c’è una cosa che mi piace particolarmente è raccontare delle storie ai miei nipoti prima che si addormentino. È speciale creare qualcosa di unico per i bambini (e per tutta la famiglia). E allo stesso modo mi piace costruire case per le bambole e castelli di sabbia…»
Phill Williams, nonni moderni
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-I nonni sono una signora e un signore che non hanno più bambini piccoli: così si dedicano a quelli degli altri.-
Quanti sono i nonni? Più di quelli che si possono immaginare: nel 2005 in Italia erano oltre 13 milioni. Più dei tre quarti di noi diventa nonno a un certo punto della propria vita, il che vuol dire che bisogna imparare tutto riguardo a un nuovo tipo di rapporto, quello con i nipoti. «Imparare?» Mi sembra di sentire già le vostre perplessità: «Non abbiamo niente da imparare per essere nonni, abbiamo cresciuto i figli, sappiamo come si fa. Non si può insegnare a fare il nonno a chi è già papà».
Phill Williams, nonni moderni
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Sua nonna, che in realtà era stata più una madre, morì, e lei si ritrovò ad avere la responsabilità del nonno. “È finito sulle mie povere spalle come il vecchio del mare…” diceva. Ma non sentiva solo un dovere di gratitudine; voleva bene al vecchietto, che quando lo vedevi nudo assomigliava a un burattino, magro e dinoccolato sotto la testa grossa e la faccia in cui c’era tutta la sua storia.
Doris Lessing , le nonne
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Quanno che nonna mia pijò marito
nun fece mica come tante e tante
che doppo un po’ se troveno l’amante…
Lei, in cinquant’anni, nu’ l’ha mai tradito!
Dice che un giorno un vecchio impreciuttito
che je voleva fa’ lo spasimante
je disse: V’arigalo ‘sto brillante
se venite a pijavvelo in un sito. –
Un’antra, ar posto suo, come succede,
j’avrebbe detto subbito:
So’ pronta.
Ma nonna, ch’era onesta, nun ciagnede;
anzi je disse: Stattene lontano…
Tanto ch’adesso, quanno l’aricconta,
ancora ce se mozzica le mano!
Trilussa, L’Onestà de Mi’ Nonna
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Nessuno può fare per i bambini
quel che fanno i nonni:
essi spargono polvere di stelle
sulla vita dei più piccoli.
Alex Haley, I nonni