Attraverso la neve, dal giardino, sale
quell’aria delle fragole che allora, con fragile
incrinatura, Montale canticchiava con il capo
piegato sopra un piatto di minestra.
Ora che alla finestra il gelo si rapprende,
una minuscola bava spezza il cerchio chiuso
fra le labbra e la voce, ridiscende al vuoto
di un cielo annuvolato di dicembre:
noi restiamo quaggiù, senza più attendere.
Roberto Sanesi, La differenza
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dicembre
xii esimo
…eremo
spoglio
e sobrio
apre le braccia
con frivolezza!
una coltre
bianca
inneva
la sua veste..
bacche rosse
di agrifoglio
ornano
cespugli
coronando
dicembre
il re…
dell’inverno!
Egizia Russo
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Si ridestan i sogni
in questi giorni di fine Dicembre
intrisi di illusoria allegria.
Un clima di festa non festa
di riso mischiato al pianto
e il futuro ch’è già passato.
Dicembre porta con sè
disilluse illusioni
su sorrisi congelati dal freddo.
Cuori che battono inermi
nelle nebbie del tempo che fu;
penetrato dai raggi di un tiepido sole
foriero di un tempo migliore.
Dicembre.
Passato e futuro
vita e morte
si fondono in te!
Cinzia Cristiano
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Fuori, il vento sbatacchia l’insegna appena dipinta,
e la pioggia sfrigola sulle strade a ciottoli,
dicembre è solo a un soffio e tutto sembra così sicuro e solido
che quasi mi dimentico che i nostri muri sono fatti di carta,
le nostre vite di vetro, che una raffica di vento potrebbe abbatterci,
che una tempesta invernale potrebbe spazzarci via.
Joanne Harris, da “Le scarpe rosse”
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E’ caldo
dicembre
del fuoco di un camino
sempre acceso.
E’ caldo
dicembre
dal fiato di un asino e un bue
in una grotta
che ogni anno
riviviamo nel cuore.
E’ caldo
dicembre
di mille auguri
che riecheggiano nell’aria
e ti fanno sentire meno solo.
Ed è caldo
per l’allegria dei bambini
che aspettano i loro doni,
ed è caldo
perchè tutti attendono
qualcosa,
forse solo che arrivi
dicembre
e poi passi,
lasciando nell’aria
quel calore diverso
di un raggio di sole
che riscalda il cuore
anche nell’ inverno più freddo.
Maria Elena Minciullo
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Dopo la lunga siesta di dicembre
svegliarsi in un paese meridionale
di strette vie, in salita e in discesa.
Salgono odori di cibi affumicati
scendono i ragazzini del doposcuola
vi è una stella nel cielo invernale
Bodini dice: È Natale!
Luciano Erba, L’ipotesi circense
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Un tempo non era l’ultimo. Furono i romani a dargli quel nome, che vuol dire, appunto, decimo. L’anno, allora iniziava a marzo e dicembre si poteva fregiare della X romana ad indicare la sua posizione.
Ma anche per i mesi nulla è sicuro nella vita e dicembre, in seguito alla riforma del calendario romano, fu retrocesso a dodicesimo e ultimo mese dell’anno. Ultimo, come a dire: -dopo di me niente-. Tutti sappiamo che non è così, tuttavia l’idea che dicembre ci suggerisce è quella del vecchio destinato a farsi da parte.
Ricordo una illustrazione del mio vecchio libro delle elementari (secoli fa) dove il mese di dicembre era rappresentato come un vecchio barbuto che a malapena si reggeva in piedi, con gli abiti stracciati al pari di un mendicante, che si muoveva a disagio in una natura ostile e cattiva. Come se non si vedesse l’ora di sbarazzarsi di lui. Come se la sua esistenza fosse solo la premessa necessaria per l’avvento del nuovo anno.
Eppure dicembre è il mese del completamento, la meta raggiunta, l’obiettivo centrato, quindi l’appagamento del tempo misurato. La meta.
Ma noi sappiamo (e tutti ce lo auguriamo) che è solo un obiettivo intermedio. Il gradino più alto da cui spiccare il volo per un nuovo inizio. Il momento di tirare il fiato e riprogrammare il cammino, come uno scalatore che sa che la vetta è ancora lontana e cerca il luogo più adatto per riposarsi e rimettersi in forze, consapevole che le difficoltà sono ancora tante.
-Si fermi prof. abbiamo già capito tutto. Ormai siamo abituati. Se permette possiamo finire noi il discorso: -Ragazzi non pensate alle vacanze, pensate a quello che vi aspetta dopo-.
Beh, non è proprio così, ma ci siete andati vicini. Le vacanze sono il nostro punto di sosta. Servono a ricaricare la batterie. Ma servono anche a riflettere sul cammino effettuato, a valutare se quel che abbiamo fatto è in linea con la tabella di marcia che ci eravamo prefissi. E servono soprattutto a guardare avanti, al percorso che ci rimane da compiere, a renderci conto se non sia il caso di dover recuperare il tempo e il terreno perduto, a far tesoro degli errori commessi per evitarli d’ora in avanti.
Dobbiamo fare come dicembre che non aspetta il primo gennaio per rinnovarsi: è lui che dà i natali a Cristo che cambierà il mondo.
Ciboperlamente, la nostra finestra sul mondo
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Uno spiraglio tenue
di luci a mezzanotte
i bimbi un po’ monelli
temevano le botte.
Odor di panpepato
di dolce e di salato
effluvi di sapori
sfornati con amore
da quelle mani gracili
della mia dolce nonna.
La calza da befana
piena di caramelle
carbone e letterine
con dolci ninnenanne.
Sorrisi e ghirigori
riempivano la testa
rincorrere marachelle
e le campane a festa.
Il pino incappottato
con tutti gli aghi in testa
gingilli colorati
ghirlande di magia
di un angioletto soffice
che col suo amore ammalia.
Dicembre aveva il sole
da noi non c’è la neve.
Margherita Calì
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E’ arrivato freddo e gelido
trascina il suo mantello bianco e non è mai stanco
Cammina nella nebbia umida e scura
che sale dalla pianura
Si nasconde nel colore delle foglie ingiallite
sotto un cielo tappezzato di nuvole.
Si perde in ovattati orizzonti quasi muti
mentre la sua anima bianca balla e danza
nel soffio del vento del nord
Nelle tenebre di ogni notte aspetta che il suo sole
rinasca nel cuore della primavera.
Giuseppina Salafrica
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Spruzzi di neve
coprite il vecchio autunno
con un bianco
nuovo
limpido inverno.
Boris Sluckij
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Sugli immensi candori
piove uno sciame lieve
Forse cercano i fiori
Le farfalle di neve.
Noi siamo i fiori belli
Siam le fiorenti vite:
Veniteci ai capelli,
O farfalle, venite,
Ci piove sulla testa
Freddo lo sciame lieve:
E’ gran pioggia mesta
Di farfalle di neve:
Noi siamo fiori belli,
Siam le vite fiorenti:
Copriteci i capelli,
O farfalle morenti:
o farfalle.
G.D’Annunzio
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Ecco dicembre! Dicembre,
sì vecchio e canuto,
col suo pesante fardello.
E sembra un buon poverello,
così, senza un fiore nè un frutto.
Viene sul mondo deserto,
dormiente sotto la neve…
La terra è arida e nera…
i rami stecchiti…
E come ulula il vento!
Che tristi lamenti!
Son forse bambini gementi,
i pini piangenti,
smarriti nelle tormente?
E viene, viene dicembre,
carico di doni.
Ne ha colmi il pesante fardello,
e le tremule mani
oscillano nell’alberello.
E viene il bianco Natale
col capo pieno di neve
e la gran stella lucente.
Stormiscon gli abeti leggeri,
fioriscon le siepi di brina…
e viene viene dicembre:
è carico di doni,
… viene per consolare.
Spoglia, è sì triste la terra
nel plumbeo abbraccio del mare!
L.Galli
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