…le mie poesie più antiche scritte tra il 1918 e il il 1919. Leggendole ho sorriso di fronte il dolore infantile e adolescenziale, di fronte al sentimento letterario di solitudine…[…]
Lo scrittore giovane non può scrivere senza questo sussulto di solitudine, anche se fittizio, così come lo scrittore maturo non farà nulla senza il sapore di umana compagnia, di società.
Confesso che ho vissuto – Pablo Neruda