Una barzelletta dei primi anni Sessanta rende bene il paradosso della credenza presupposta. Al suo rientro dallo spazio, Jurij Gagarin, il primo cosmonauta, viene ricevuto dal segretario generale del PCUS Nikita Chruščëv, al quale confida: «Compagno, lassù in cielo ho visto il paradiso con Dio e gli angeli. Il cristianesimo ha ragione!». Chruščëv gli risponde sussurrando: «Lo so, lo so, ma statti zitto, non dirlo a nessuno!». La settimana seguente, Gagarin viene ricevuto dal papa, al quale confida: «Santo Padre, sono stato lassù in cielo e ho visto che non ci sono né Dio né angeli…». «Lo so, lo so», lo interrompe il papa, «ma statti zitto, non dirlo a nessuno!».
107 storielle di Žižek . Slavoj Žižek
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Una barzelletta bosniaca graziosamente volgare e avente come oggetto Für Elise (Per Elisa) di Beethoven, si prende gioco degli «illuminati» insegnanti dell’Europa occidentale inviati a civilizzare i «primitivi» bosniaci. Durante una lezione di storia della musica, un’insegnante annuncia agli studenti di non voler trattare Beethoven in modo tradizionale. A tale scopo, ricorrerà a un esperimento creativo: ogni studente dovrà nominare un’idea o un’immagine e poi trovare il corrispondente brano di Beethoven. Comincia una ragazza timida: «Un bel prato verde davanti a una foresta, con un cervo che si abbevera a un ruscello… La sinfonia Pastorale!». Segue un ragazzo: «Lotta rivoluzionaria, eroismo, libertà… la sinfonia Eroica!». Infine, un giovane bosniaco: «Un cazzo grosso, duro ed eretto». «E per cosa starebbe questo?», chiede l’insegnante, visibilmente irritata. «Per Elisa!».
L’osservazione del ragazzo obbedisce alla logica del significante fallico che «sutura» la serie, e ciò non perché egli menzioni esplicitamente l’organo, ma perché conclude la serie muovendo dalla metafora alla metonimia: mentre i primi due studenti proponevano un significato metaforico (la sinfonia Pastorale significa/evoca un prato con un ruscello, ecc.), il cazzo eretto menzionato dal ragazzo bosniaco non significa o evoca Elisa; esso è piuttosto ciò da cui Elisa può trarre piacere. (L’implicazione oscena supplementare è, naturalmente, che l’insegnante stessa è sessualmente «affamata», ha bisogno di una buona scopata, così la smetterebbe di scocciare i suoi studenti con questi compiti idioti).
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Questa mancanza o imperfezione del (grande) Altro è rappresentata con estrema semplicità in una storiella di due amici che giocano a colpire una lattina con una palla. Dopo ripetuti centri, uno di loro dice: «Per Dio, l’ho mancata!». Il suo amico, un fanatico religioso, protesta: «Come osi parlare così, questa è blasfemia! Che Dio ti fulmini per punizione!». Dopo un momento, un fulmine colpisce il ragazzo religioso che, gravemente ferito, volge gli occhi al cielo e domanda: «Ma perché hai colpito me, Signore, e non il vero colpevole?». Una voce profonda risuona dall’alto: «Per Dio, l’ho mancato!».
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A questo punto, è difficile non citare un altro incidente riguardante il caffè, questa volta tratto da Grazie, signora Thatcher, dramma sulla classe lavoratrice inglese. Il protagonista accompagna a casa una donna giovane e carina. Quando arrivano sulla soglia dell’appartamento, lei gli chiede se vuole entrare per un caffè. Alla sua risposta — «C’è un problema: non bevo caffè» — lei replica con un sorriso: «Nessun problema: non ne ho…». L’enorme e diretto potere erotico della risposta riposa nel modo — di nuovo, attraverso una doppia negazione — in cui la donna rivolge un invito sessuale esplicito e imbarazzante senza mai menzionare il sesso: quando invita l’uomo a entrare per un caffè, per poi ammettere che non ne ha, la donna non ritira l’invito, semplicemente chiarisce che il caffè era un sostituto o un pretesto, di per sé indifferente, della proposta sessuale. Sulla stessa traccia, possiamo immaginare un dialogo tra gli Stati Uniti e l’Europa verso la fine del 2002, quando si preparava l’invasione dell’Iraq: gli Stati Uniti dicono all’Europa: «Vi interessa unirvi a noi nell’attacco all’Iraq per trovare le armi di distruzione di massa?». L’Europa risponde: «Ma noi non abbiamo i mezzi per cercare le armi di distruzione di massa!». Questa la risposta di Rumsfeld: «Nessun problema, in Iraq non ci sono armi di distruzione di massa».
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Questo è il motivo per cui le barzellette del tipo «Che differenza c’è tra…» sono più efficaci quando la differenza è negata, come in questo caso: «Che differenza c’è tra un trenino e il seno di una donna? Nessuna: entrambi sono per i bambini, ma a giocarci sono soprattutto uomini adulti».
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