Frasi Amore Le Più Belle Citazioni Sull’Amore che parlano D’Amore Vero. Pensieri e Frasi Famose D’Amore Autentico! FRASI AMORE!!!
Frasi Amore
È una vergogna se credete che esista soltanto ciò che può essere dimostrato statisticamente. Mi dispiace moltissimo
per voi se vi lasciate veramente dominare soltanto da ciò che potete misurare, perché io sono affascinato dall’incommensurabile, non da ciò che è qui. Non m’interessa nulla di ciò che è qui. Lo vedo benissimo. D’accordo, misuratelo pure, se avete voglia di perder tempo; ma a me interessa ciò che è là fuori. Ci sono tante cose che non vediamo, non tocchiamo, non sentiamo e non comprendiamo. Noi presumiamo che la realtà sia la scatola nella quale l’abbiamo messa, ma non è vero, vi assicuro. Provate, qualche volta, ad aprire la porta, guardate fuori, vedrete che cosa c’è.
Il sogno di oggi sarà la realtà di domani. Ma abbiamo dimenticato come si fa a sognare.
da VIVERE, AMARE, CAPIRSI * LEO BUSCAGLIA
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Tanto per cominciare, la società in cui viviamo, e certamente è una società molto varia. In particolare ce l’insegnano i nostri genitori. Sono i nostri primi insegnanti, ma non sempre sono i migliori. Noi possiamo aspettarci che i nostri genitori siano perfetti. I figli crescono aspettandosi sempre che i genitori siano perfetti, e poi restano delusi, amareggiati e se la prendono quando scoprono che quei poveri esseri umani non lo sono. Forse diventare adulti significa appunto trovarsi di fronte queste due persone, quest’uomo e questa donna, e vederli come esseri umani identici a noi, con i loro pregiudizi, le idee sbagliate, le tenerezze e le gioie e le sofferenze e le lacrime, e riuscire a rendersi conto che sono soltanto esseri umani. Ma l’importante è che, se abbiamo imparato l’amore da loro e da questa società, possiamo disimpararlo per poi impararlo di nuovo; quindi c’è una speranza immensa. C’è un’immensa speranza per tutti noi, però lungo la strada dovete imparare ad amare.
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La sera Hervé Joncour preparò i bagagli. Poi si lasciò portare nella grande stanza lastricata di pietra, per il rito del bagno. Si sdraiò, chiuse gli occhi, e pensò alla grande voliera, folle pegno d’amore. Gli posarono sugli occhi un panno bagnato. Non lo avevano mai fatto prima. Istintivamente fece per toglierselo ma una mano prese la sua e la fermò. Non era la mano vecchia di una vecchia.
Hervé Joncour sentì l’acqua colare sul suo corpo, sulle gambe prima, e poi lungo le braccia, e sul petto.
Acqua come olio. E un silenzio strano, intorno. Sentì la leggerezza di un velo di seta che scendeva su di lui. E le mani di una donna – di una donna – che lo asciugavano accarezzando la sua pelle, ovunque: quelle mani e quel tessuto filato di nulla. Lui non si mosse mai, neppure quando sentì le mani salire dalle spalle al collo e le dita – la seta e le dita – salire fino alle sue labbra, e sfiorarle, una volta, lentamente, e sparire.
Hervé Joncour sentì ancora il velo di seta alzarsi e staccarsi da lui. L’ultima cosa fu una mano che apriva la sua e nel suo palmo posava qualcosa.
Aspettò a lungo, nel silenzio, senza muoversi. Poi lentamente si tolse il panno bagnato dagli occhi. Non c’era quasi più luce, nella stanza. Non c’era nessuno, intorno. Si alzò, prese la tunica che giaceva piegata per terra, se la appoggiò sulle spalle, uscì dalla stanza, attraversò la casa, arrivò davanti alla sua stuoia, e si sdraiò. Si mise a osservare la fiamma che tremava, minuta, nella lanterna. E, con cura, fermò il Tempo, per tutto il tempo che desiderò.
Fu un nulla, poi, aprire la mano, e vedere quel foglio. Piccolo. Pochi ideogrammi disegnati uno sotto l’altro. Inchiostro nero.
ALESSANDRO BARICCO * SETA
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sei così anticamente mia
da tanto tempo ti conosco
che nel tuo amore chiudo gli occhi
e procedo senza errare,
alla cieca, senza chiedere nulla
a quella luce lenta e sicura…
PEDRO SALINAS * LA VOCE A TE DOVUTA
I giorni ed i baci
sono in errore:
non hanno termine dove dicono.
Ma per amare dobbiamo
imbarcarci su tutti
i progetti che passano,
senza chiedere nulla,
pieni, pieni di fede
nell’errore
di ieri, di oggi, di domani,
che non può mancare.
PEDRO SALINAS * LA VOCE A TE DOVUTA
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La notte è il grande dubbio
del mondo e del tuo amore.
PEDRO SALINAS * LA VOCE A TE DOVUTA
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Il sonno è un lungo commiato da te.
Ma ormai ti ho salutato: sto per lasciarti.
Ti abbraccio per l’ultima volta:
che è come aprire gli occhi.
Ecco. Il mondo funzionerà bene oggi:
ha già ucciso il mio sogno.
Ti sento fuggire, veloce,
dall’aurora, esattissima,
verso l’alto, cercando la stella che non si vede.
il disordine celeste, tua sola dimora.
PEDRO SALINAS * LA VOCE A TE DOVUTA
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Se mi chiamassi, sì,
se mi chiamassi!
Io lascerei tutto,
tutto io getterei:
i prezzi, i cataloghi,
l’azzurro dell’oceano sulle carte,
i giorni e le loro notti,
i telegrammi vecchi
e un amore.
Tu, che non sei il mio amore,
se mi chiamassi!
E ancora attendo la tua voce:
giù per i telescopi, da una stella
attraverso specchi e gallerie di anni bisestili
può venire. Non so da dove.
Dal prodigio, sempre.
Perché se tu mi chiami
sarà da un miracolo,
ignoto, senza vederlo.
PEDRO SALINAS * LA VOCE A TE DOVUTA
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E quando mi parlerà
di un cielo scuro, di un paesaggio bianco,
ricorderò stelle che non ho visto, che lei guardava,
e neve che nevicava nel suo cielo…
PEDRO SALINAS * LA VOCE A TE DOVUTA
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