Aforismi

Amore sincero cercarlo, trovarlo dove

nella moltitudine della gente

che indifferente ti passa accanto,

accecata da un esteriorità che ghigna

false illusioni e t’inganna 

con la coppa creduta quasi colma

che non offre che aria alla tua sete.

Fisicità, non ho bisogno di corpi scolpiti

masse muscolari che sorreggono scatole

craniche vuote capaci solo di riempirsi

di assordanti rumori che coprono

ogni loro pensiero che mai pur uscirebbe

dal loro cervello.

Amore sincero, che ti nascondi nei silenzi

timidi di intelletti sovrani ricchi di sentimenti

profondi , ti elevi dalla uniforme massa oscura

donami l’ebbrezza, che la senta fluire

nelle mie vene e invada il mio spirito.

(Mirella Narducci)

Posato ho il piede, non so in

quale terra, in quale luogo

ma le carni brucianti cercano un

rifugio, secche arse dal sole ardono,

visioni allucinanti m’invitano.

Deserto mare di dune, dove ombre

non s’incontrano e si aspetta la notte

e il refrigerio.

Le brunite membra fanno di te rosa

desertica, avvolta in sete di damasco

come regina d’oriente mi mostri il tuo

Janna, colline dove consolare le brucianti

ferite, tutto un rogo il mio corpo si smorza

ad un tuo lieve sospiro,candela dall’esausto

stoppino in te mi spengo.

Mi lasci quella felicità umana che si tramuta

in tristezza come la foce d’ogni fiume dove 

l’acqua è più amara.

(Mirella Narducci)

Da questa loggia sul mare

ti osservo marina azzurra

scorrer veloce sotto i miei

occhi, a tratti misuro il mio

respiro col largo e tranquillo

tuo ansimare.

Silenzio intorno solo il tuo

mormorio che mi sussurra

piano melodica canzone.

Abbracciata al silenzio e al

mare, sola unica cosa sotto il

sole, sento vivere l’amore nel

mio petto, ebbra di tale meraviglia

mi credo di possedere l’infinito.

In questa pace, svanita è la crudeltà,

i giochi d’amore, le menzogne tutto

cancellato dalla memoria, la mente

libera dal desiderio, ama lasciarsi

cullare dalle onde.

Lento e solenne il tuo moto, non turba

il mio pensiero e le pause sono più

dolci del suono.

(Mirella Narducci)

Roma bella città, cantata dal

grande Goethe, descritta come

l’amante che prontamente si

concede senza rimpianti.

Mai l’amore meditò a lungo quando

gli strali colpivano al cuore.

Romantiche storie d’amore si raccontano

nella mitologia: di Anchise che nei

boschetti dell’Ida fu preda di Eros. Ero

vede Leandro e l’acceso amante si tuffa

nell’onda notturna. Rea Silvia ghermita

da un dio.

Memorie d’amore disegnate nelle chiese

di Roma, dall’Aventino in Santa Maria in

Cosmedin, le sue ville pregne di amore.

Roma è il mondo, ma il mondo senza

amore non sarebbe il mondo e Roma stessa

non sarebbe Roma!

Lasciati fra le sue braccia acquietare l’ardore,

ad ogni suo respiro vibra di passione, piove

su Roma e di quelle sue lacrime fanne bevanda,

perché  sono più dolci dei baci.

Roma ruffiana in te mi perdo e trovo sempre l’amore…..

(Mirella Narducci)

Calmo il mare, innocente

come un fanciullo

addormentato, sotto un

cielo angelico di perla a

volte verde, fine prezioso

come malachite e azzurro

intenso, araldico con vele

lontane istoriate, sembrano

una processione di stendardi.

Vele come ali di cherubini dipinti,

guardarlo desta una chimera che

fa fremere, ma presto t’uccide per

poi seppellire il cuore e cadere in

un dolce oblio senza fine.

(Mirella Narducci)

Guarderò dentro al cuore

prenderò coscienza all’istante

degli abissi che lui cela,bisogni

latenti, ricordi che affiorano,

sofferenze, rimpianti, tutta la

miseria che fù, avanzi di passioni

indistruttibili.

Esaminerò le mie subite afflizioni,

le oscenità violente dei miei sogni,

mentre ignara dormivo.

Un pianto liberatorio cancellerà il

sentimento e ricondurrà  alla castità

l’anima mia.

Ora questo mare col suo coro cullato delle

onde, mi parlerà come un amico e

al cor m’infonderà, dolci emozioni!

(Mirella Narducci)

Tornasti al tavolo. Tua madre, come se ti avesse fino ad allora seguito in tutte quelle assurde elucubrazioni mentali, ti chiese se non avessi per caso notizie recenti sui suoi nipoti: erano ben dieci (dieci brandelli di lei dispersi per il mondo…). Una bella preoccupazione! Era come se avesse voluto dirti, o almeno tu così lo interpretasti: “ma che vai a pensare, non ti distrarre, concentrati sulle cose importanti, sui bambini, sui giovani; lasciali stare i vecchi, i morti. Sono più importanti i vivi!”

Gianfranco Pecchinenda, L’ultimo Regalo