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Aforismi
Un’inquietudine strana si andava impadronendo di lei, simile a una follia: le contraeva le membra quando non avrebbe voluto; dava una sferzata alla schiena, quando non aveva nessuna voglia di star ritta, ma avrebbe preferito riposare a proprio agio; fremeva in lei, nel suo corpo, fin nelle viscere, ovunque, finchè sentiva che bisognava gettarsi in acqua e nuotare per allontanarsene; un’inquietudine folle. Le faceva battere il cuore violentemente senza motivo.
Alberto Bevilacqua, Attraverso il tuo corpo
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Egli apparteneva a quel genere di amanti trepidi e nervosi che presto giungono a godimento e presto si estenuano. Vi era qualcosa di curiosamente infantile e indifeso nel suo corpo nudo; era la nudità di un bambino. Tutte le sue difese risiedevano nel suo spirito e nella sua astuzia, nella sua profonda malizia istintiva: e quando quegli istinti erano assopiti appariva doppiamente nudo e simile a un bambino dalla cane imperfetta e tenera, che lotta disperatamente
Alberto Bevilacqua, Attraverso il tuo corpo
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tutta la mia vita è stata un intrecciarsi di tradimenti, un delirio di spade incrociate in una folle battaglia distruttiva… Tradimenti che ho subito nella mia carne viva, che ho inferto nella carne viva di estranei. Peggio ancora: che ho provocato, consentito, per il mio egoismo di artista, rendendomi conto solo in seguito che erano stati una forma di suicidio mio, come uomo, e insieme agli altri.
Alberto Bevilacqua, Attraverso il tuo corpo
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E’ un ritratto fotografico degli anni Quaranta, a forma di cartolina postale. Sul retro lo spazio per essere scritta e spedita […] questo in primo piano , bene in luce, è mio padre. Accanto a lui mia madre, colta di sorpresa con un modo elegante di stare e di vestire. Hanno l’immediatezza di un incontro appena avvenuto, un riso nello sguardo e sfidano nella posa chi li sta ritraendo.
Tutta la cartolina respira della limpodezza del loro vedere e della città che li vede. Di questa armonia a stare insieme. E’ l’unica immagine che mi sia rimasta di un passato familiare che, a giudicarlo in questo mio particolare momento, mi sembra appartenere a un’altra persona.
Alberto Bevilacqua, l’Eros
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Mi spingeva una voglia di andarmene, lasciare tutto. Ma non sapevo dove, la mia voglia non aveva un volto, era una velleità infantile.
Alberto Bevilacqua, l’Eros
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L’eccezione consiste, semmai, nella maggiore intensità, nel più sviluppato potere di comunicazione magica con cui la premonizione si insinua in alcuni privilegiati. Si tratta di facoltà attraverso le quali la natura concede al suo mistero di diradarsi, lievemente, affinché possa illuminarci con i segnali di una solidarietà superiore che addolcisce le nostre solitudini, accarezza e traduce in realtà i nostri sogni, non lascia morire le speranze.
È ciò che intendo per Provvidenza.
Alberto Bevilacqua, I sensi incantati
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Sono una quercia immortale. Niente riuscirà a disamorarmi dalla vita
Alberto Bevilacqua, I sensi incantati
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E invece non c’era nessuno ad aspettarmi e non avevo meta: solo quella campagna rossa di papavero e quel gran cielo sopra la testa!
Alberto Bevilacqua, La califfa
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Ma la provvidenza, dicono, è come il bel tempo, che non può non arrivare
Alberto Bevilacqua, La califfa
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Oggi andava tutto bene
ma non è così
la tua bocca tace, strano
quel tuo fare sfuggevole,
vuoi dirmi qualcosa ma ti
pesa anche guardarmi.
E’ allora che ho forzato la
tua resistenza, dovevi leggere
nei miei occhi quell’innocenza
che lava ogni colpa, dove l’ombra
diventa luce.
Non ti riesce di parlare, il dialogo
se confuso non ci aiuterà a ritrovarci,
prendiamo una fune e avviciniamo la
mente al cuore potrebbero trovare un
accordo.
Tu sai, so ascoltare, sono sincera, passionale
sempre, audace, stronza per qualcuno ma
sempre me stessa.
Se è lo sconforto tuo padrone meglio una
delusione vera di una gioia finta, quel
“ ti amo “ scritto sul vetro appannato lo
vedo scomparire…..come il tuo amore.
Ma non piango!
(Mirella Narducci)
Vi rubo un po di attenzione
i miei non sono versi ma parole
sgranate su questi fogli per
emozionarvi parlano dell’amore
della passione, di quanto il corpo
assecondi la mente nel suo delirio.
Ci sono giorni che con malizia descrivo
le curve flessuose, i sospiri, gli amplessi,
solo quello che di puro scaturisce dal
corrotto.
Accettatemi con un sorriso, a volte donna
a volte bambina m’invaghisco dell’amore.
Parole solo parole, pensieri proibiti,l’odore
avvolgente del peccato, una mano che stringe
forte, la camicia che scende, labbra sul seno.
Lei lo sentiva pulsare contro l’inguine, attimi
avvinghiati come animali impazziti.
Questo era il risveglio del suo essere donna.
(Mirella Narducci)
Mi sento un relitto di nave,
intrappolata in una prigione
di cristallo in mezzo ai ghiacci ,
finita così senza nessuna
spiegazione.
Incubo, risucchio gigantesco
dove nuoto e mi dibatto per
fuggire e raggiungere una riva,
una fonte di luce.
Sottrarmi al destino che per me ha
lastricato la via di false promesse.
Senza scampo guardo quell’unico faro
che non è altro che il chiarore di una
livida stella, fiaccola spietata che mi
illude di giungere alla fine dei miei
tormenti, ma la notte è sempre più
buia ed ogni grido è soffocato dal mio
fatale destino!
(Mirella Narducci)
Riuscirò ad allontanarmi da te!
A cancellare i ricordi che ci legano,
come l’onda fa sparire le orme sulla
sabbia; come le foglie che si staccano
dai rami silenziose.
Riusciranno i miei sogni a raggiungerti
cadendo sopra le tue mani perche tu li
renda possibili?!
Riuscirò nel modo giusto a farti capire
che è difficile liberarsi dell’angoscia che
ho dentro e che tu non vedi.
Com’è difficile, non saper sorridere a chi
ti vuole bene.
Riuscirò a farti capire che il non poter
far nulla per cambiare, mi uccide.
(Mirella Narducci)