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Elisa M.
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Elisa M.
Quando sorge una patologia o un infezione siamo portati automaticamente ad accusare il microbo, ma se invece andassimo a cercare ciò che ha reso fragile la persona cosa succederebbe? Forse potremmo comprendere perché a causa di uno stesso microbo, certe persone sono affette da gravi malattie infettive mentre altre restano dei “portatori sani”.
Una malattia può essere legata a delle esperienze negative, a dei cattivi ricordi. Un cattivo ricordo che influisce negativamente sull’immunità favorendo così le infezioni, i tumori, ecc.! In medicina, siamo accecati da prodezze tecnologiche sempre più stupefacenti, ma la nostra comprensione e la nostra gestione delle malattie (emicranie, Alzheimer, melanoma…) restano a un punto morto. Non ci diamo abbastanza tempo di riflettere e continuiamo a ragionare secondo dogmi e postulati antichi, confondendo fattori di rischio con cause prime.
Giorgio Mambretti
Quando scrivo un pensiero, un emozione, non lo faccio per cercare la comprensione, la critica di chi conosce i miei sentimenti, o di chi pensa di conoscerli,
quando scrivo qualcosa esprimo ciò che è mio, esprimo quel presente che non può essere mai condiviso con nessuno, chi ha la presunzione di saper ciò che è giusto ho sbagliato si illude di essere migliore nella propria convinzione.
Quello che scrivo è mio, ciò che leggi è tuo, lo puoi far tuo come pensiero, lo puoi modificare se ne hai voglia, puoi dargli mille immaginazioni, ci puoi mettere persino la tua firma se ti ci riconosci in quello che leggi, ma non ti illudere di conoscere ciò che ho nel cuore, quello che sento o quello che voglio.
Quindi chiunque tu sia quando hai tuoi occhi si presenta un emozione scritta, un racconto, una poesia, non avere la presunzione di conoscere i miei sentimenti, perchè quella è una parte che non potrai mai leggere….
Ti vedi brutta, ti vedi grassa, non trovi le cose come dovrebbero essere, ma questo è un problema? preferisci essere un mostro o essere te stessa? preferisci essere amata per quello che sei, o essere semplicemente usata? non cercare di apparire la più bella di tutte, nessuno a questo mondo è bello, rimani quello che sei, e gli altri sorrideranno per te….
(Ejay Ivan Lac)
Avvolte abbiamo il bisogno di soffrire, ci aiuta ad entrare all’interno della nostra realtà, fino a sentire l’odore della sua aria, per capire le menzogne, le turbolenze che ci soffocano, ma quando la sofferenza comincia a non indicarci più la via ma si limita a sconvolgere in male la nostra esistenza, allora quello è il momento di abbandonarla, cercando di non portarsi dietro neanche un minima bricciola nella nostra anima.
(Ejay Ivan Lac)
Assassinando la natura, assassiniamo noi stessi. Ci assassiniamo perché ben presto mancheranno le risorse per vivere. Mancherà l’aria, mancheranno la pioggia e l’acqua. Nella nostra presunta superiorità ci crediamo gli unici degni di vivere. Senza ricordare che noi siamo quello che siamo perché un giorno gli aminoacidi si sono raccolti in catene, perché si sono formate le cellule e un batterio, infilandosi nella cellula, è diventato un mitocondrio. È successo così per tutti: per il protozoo, per l’alga unicellulare e per tutte le forme di vita che ci hanno preceduto.
Al nostro interno giace la memoria di ogni forma evolutiva precedente e anche la memoria di ciò che non è mai stato vivo. Dentro di noi sognano anche il sasso, la terra, la sabbia. Perchè il sasso, la terra, la sabbia sono stati la piattafórma da cui si è lanciata la vita.
Come si può essere così distratti da pensare che la redenzione e la salvezza si compiano soltanto nell’uomo!
Si salverà tutta la creazione oppure non si salverà neanche l’uomo. Non resterà solo a custodire un palazzo ormai vuoto.
OGNI PAROLA E’ UN SEME, SUSANNA TAMARO
“E poi perché ci aveva tenuto a confidarmi che si sentiva agitata quando si avvicinava il suo compleanno?
Ricordava la sua infanzia e in quel giorno le era concesso un po’ tutto. I suoi desideri potevano esaudirsi in quella serie infinita di oggetti che avrebbe richiesto, come regalo, ai suoi genitori. Il regalo più grande era, però, quello del tempo che passava: lei voleva diventare presto una donna.