totta
con la tua navicella spaziale. Solo quando lasci il timone e diventi il pilota della tua anima la trasformi in una nave stellare. Solo quando lasci il timone scopri l’infinito, fuori e dentro di te. “Succede, ma succede poche volte”. Succede a chi ci crede! Le volte che succede sono quelle per cui vale la pena. Meglio l’illusione dell’infinito che la certezza del niente. E approdi nella capitale della Fantasia, svegliando un sogno, con i piedi per terra, un sogno parlante che ti dirà : Ti sembro piccolo ma proprio per questo con me potrai giocare alla felicità”. e crescerete insieme.
(©Massimo Bisotti)
Esiste un viaggio a cui siamo abbonati per dodici mesi all’anno. Si chiama vita.
Dobbiamo iniziare a sfogliarlo e avere la voglia di voler commentare un finale sbagliato tutto da rifare.
Entrare nei nostri pensieri,spiarci da fuori e cambiare in tempo le scelte che non facciamo per paura.E puntualmente smettere di non presentarci all’appuntamento con una scusa banale.
Aprendo quella finestra apriamo il nostro spazio interiore, ed è in quel preciso momento che diventiamo infiniti.Dovesse anche scadere l’abbonamento,non esiste una seconda occasione per dare la prima impressione al coraggio. Perché il coraggio a volte ha la faccia della paura e dobbiamo spiazzarlo.
L’amore è quella sottile differenza fra gelo e rugiada, fra ghiaccio e neve.
E’ quel bucaneve con quei petali sensibili al tatto che fiorisce già in inverno.
Quello che nasce nel nostro spazio deserto del cuore dove difendiamo noi stessi e lasciamo la parte migliore di noi.
Ed è impressionante accorgersi di quanto il suo esile stelo riempia l’infinito e di come l’infinito non porti alla fine. Semmai a un nuovo inizio.
(Massimo Bisotti, Foto/grammi dell’anima)
Non ho mai pensato che lasciar trapelare la mia parte riflessiva e tenera fosse sinonimo di debolezza.
Non ho mai pensato di essere meno uomo per questo o di svilire così la mia immagine pubblica.
Questo perché credo fermamente di essere prima di tutto il prodotto delle mie esperienze prima che il freddo risultato di un sistema cromosomico.
E da questo ho bene in mente cosa significhi essere uomo.
Ho imparato nel tempo che protezione e dolcezza sono petali della stessa rosa.
Perché essere maschi non c’entra con l’essere uomini.
Diventare uomini è una conquista. Essere maschi solo una casualità.
Credo nella parità dei sessi e la identifico con il senso profondo di una vera relazione di coppia.
Nei maturi ed intensi momenti d’amore uomini e donne sono necessariamente uguali, non può esistere il desiderio o l’ebbrezza di sovrastare l’altro.Se così fosse sarebbe inesatto chiamare “relazione” utilizzando la parola ” amore”.
Rispetto e democrazia, sempre più rari da trovare in un paese condizionato ora da una parte ora dall’altra indistintamente, sono le basilari premesse per un legame completo. L’ago della bilancia per far sì che esso possa considerarsi soddisfacente è dato dalla condivisione.
Probabilmente, a causa di una particolare educazione impartita e radicata in un’obsoleta cultura, l’uomo viene cresciuto con la paura dell’intimità.Di conseguenza non riesce a condividere le emozioni o a viverle pienamente, senza doversi sentire per questo un debole o un maschio poco virile.
La maturità emotiva dell’uomo invece, secondo me, giunge al suo apice proprio quando la paura di perdere il controllo di sé viene scalzata definitivamente dal coraggio di donarsi completamente, abbandonando per sempre preconcetti, paura e vergogna.Senza la scusa banale del non avere tempo, perché c’è sempre tempo per chi si ama.
Non ho bisogno di molte cose.La vetrina dinanzi a cui mi soffermo non ha molti fronzoli e luci pirotecniche.
Tutto si impara dall’amore, alfabeto, parole, capitoli di storia.
Geografia degli sguardi, geometria dei problemi da risolvere, arte di un sorriso, educazione musicale all’armonia.
L’amore è l’esperienza più travolgente della nostra vita e vale davvero la pena di abbandonarsi al suo richiamo.Vale la pena di liberarci di quella corazza che porta spesso noi uomini istintivamente a volerci difendere, a non voler lasciare andare il filo dell’aquilone che è in noi.
Ci sorprenderà invece accorgerci che un altro aquilone starà volando alla stessa altezza, né più in basso e né più in alto, spinto dallo stesso vento.Ci sorprenderà scoprire che aspettava noi, liberi dalle inibizioni che attanagliano il cuore e risvegliati dal bambino che ci vive dentro_
(© Massimo Bisotti, paesaggi interiori)
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Mi piacciono le donne che sanno le cose e sanno quando non dirle, perché in quel momento è poco importante.
Mi piacciono le donne che sanno conoscersi e conoscerti senza sbatterti in faccia anche le presunzioni della verità. Quelle che decidono che quello che sono è più importante di quel che tu vorresti fargli credere che sia, e invertono il senso di marcia alla tua corsa, abbassando lo sguardo con quell’umile sicurezza, e per questo ti ci siedi accanto. Quelle che quando le guardi negli occhi ti fanno capire che sei ancora vivo. Quelle che sai che le devi proteggere e in un ossimoro ti fanno sentire al sicuro. Quelle che anche quando non ci sono ci sono, perché anche lo sbatter d’ali di una farfalla lontana ti si posa sulla schiena, alleggerendo la fatica di un attimo. Mi piacciono le donne che quando ti ammali di silenzi ti curano le parole e ti fanno uscire le nuvole dall’alito, insieme alle bugie e ai sensi di colpa, t’insegnano una lingua nuova. Mi piacciono le donne che fanno uso di stupefacenti emotivi senza mai aver assunto sostanze tossiche. Quelle che ti scippano il tempo senza che te ne accorgi e se te ne accorgi ti prendono in giro dolcemente da farsi regalare un altro giro sulla luna. Quelle che non sono nobili o snob ma che hanno l’eccellenza blu della modestia nel sangue, arrivano nei bassifondi a prendersi la tua vita. Quelle che non vanno controcorrente perché fa moda ma hanno la moda nel respiro e l’anima vintage. Quelle che hanno gli occhi come un caleidoscopio e in tutta quella confusione riesci a guardarci dentro e scorgerci la coccinella del futuro. Quelle che ti sfiniscono perché gli piace fare l’amore e senti che il momento del loro orgasmo mentale è quando vieni tu, e poi ti chiedono di restare. E ti fanno sentire come un animale libero tu e la tua liquida indecenza sul loro corpo, rinato dalle tue spasmodiche emozioni. Quelle che non sanno cucinare ma ti montano l’anima chiara e fanno dolce il tuo sorriso dopo uno scuro pomeriggio. Quelle imperfette che sanno rendere perfetto il volo delle tue imperfezioni. Quelle che lasciano che a parlare sia il tuo respiro. Quelle che non ti prestano il loro corpo e ti regalano e ti scopano l’anima. Quelle che gli tocchi un punto che non ha mai toccato nessuno, con la punta estrema dei tuoi pensieri, dei tuoi sogni, dei tuoi sbagli arrugginiti con il tetano fra la polvere e tu gli piaci così, non ti vogliono cambiare. Quelle che giocano la tua partita pur continuando a giocare anche la loro. Quelle che quando gli sposti i capelli dal viso ti si apre il sipario sul mondo e spalancano i tuoi limiti come finestre sull’infinito. Quelle che sono così belle che non ti vergogni a tenergli la mano mentre cammini per strada, perché ti camminano già nude nei labirinti dell’anima. Quelle che giocano con i tuoi battiti ma non con il tuo cuore. Quelle che ti sembrano comete, come te. ©Massimo Bisotti