Che dire di questa nostra società
che vuole tutti senza carattere e senza personalità?!!
Pronta a lasciarsi abbagliare e abbindolare,
pur di apparire e diventare popolare?
Perso ogni valore , ogni rispetto,
senza rimorsi si corica nel letto:
“le scarpe fatte a quell’amico…
la fiducia di quell’altro che ha tradito…
Scene di morte, scene di violenza,
viste e vissute con indifferenza:
“dove andiamo per il week-end…al mare?
Poi la sera tutti a ballare”.
Intanto più in la, ma tanto lontano,
c’è qualcuno che soffre e tende la mano,
facciamo in modo che non sia una chimera;
facciamo tornare quel sentimento,
che è l’unico, vero, nutrimento.
Solo l’amore può salvare il mondo intero,
con ogni creatura che vive sotto questo cielo.
Sappiamo bene che nessuno di noi è perfetto,
ma basterebbe mettere in pratica questo concetto:
“fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”,
io ci sto provando e passo-parola…ora tocca a TE!
Terry Di Vetta
Evviva l’estate! Le strade infuocate …
le tapparelle abbassate …
30 gradi all’ombra …
ma in riva al mare si balla la samba!
Il corpo leggero vestito di sole,
i piedi liberi da gomma e da suole;
la pelle bagnata di umore marino,
che bello sognare sul bianco pattino!
Tante le emozioni, tanti gli eventi,
sensazioni, attimi fuggenti,
che vorresti fermare,
trattenerli, non lasciarli andare.
L’estate è calura,
è affondare il viso nell’anguria;
è un cono gelato,
è dormire all’aperto sotto un cielo stellato!
L’estate è un palco allestito in ogni villa,
che di fasci di luci scintilla:
“musica, teatro, poesia”,
con la luna che fa da regia!
Amo l’estate e i suoi mille colori,
gli aromi intensi e i suoi mille sapori;
le ore languide del giorno,
e quelle della notte….che non dormo!
Papaveri rossi in un campo di grano,
spighe che ondeggiano e si danno la mano;
qua e la spruzzi di margherite,
e un aria profumata e mite.
Lo sciacquio dell’acqua del ruscello,
le pecore col tintinnio del campanello;
il verde diffuso del prato,
è come ammirare un bel quadro.
Nel cielo striato di bianco,
un aquilone volteggia stanco,
tira la corda il bambino,
e l’aquilone riprende il cammino.
il rombo di un aeroplano …
e affiora un ricordo lontano;
la cicala col suo incessante frinire,
ti fa dolcemente dormire.
Distesa la, sotto un salice piangente,
libera e felice vola la mente,
e l’ora del riposo, l’ora bella,
è l’ora in cui si fa “la pennichella!”
Sono una nuvola bianca e leggera,
attraverso monti, mari e città,
quando mi arrabbio divento nera,
e dove mi fermo la pioggia cadrà.
Cammino, mi trasformo, cambio forma,
e accendo la fantasia a tua “norma”;
chi vede un orsacchiotto, chi un uccello,
chi riesce a intravvedere un bel castello.
Cambiando e tramutandomi continuamente,
stimolo l’immaginazione della gente,
che si lascia dolcemente trasportare,
in un mondo affascinante, surreale.
Quando però divento cupa e nera,
certo non porto a voi la primavera,
ma la pioggia che a scrosci mando giù,
credetemi, è piena di virtù:
Per gli alberi, le piante e le coltivazioni,
ci vogliono anche gli acquazzoni,
e quindi devo dire “menomale”
se ogni tanto mi arrabbio e mando un temporale!
Questa è la mia storia, la mia vita,
afferrala al volo con le dita,
coraggio…provaci anche tu,
guardami…e con la mente salta su!
Prima che svanisco e vado via,
gioca, inventa con la fantasia,
poi me ne andrò lontano dal tuo cielo,
per lasciartelo limpido, azzurro e sereno.
C’era una volta una pecorella,
che più di tutte era monella;
non voleva mai seguire il gregge,
non rispettando così la legge.
Un giorno incontra un asinello,
molto cocciuto e anche lui monello,
e visto che erano simili in tutto,
decisero di dividere il bello e il brutto.
Nasce così un legame molto forte,
ma ahimè amara si presenta la sorte,
perché l’asinello aveva un padrone
che lo portò via in un’altra regione.
La pecorella tornò ad essere sola,
ma un pensiero le da forza e la consola:
“che il ricordo di quella favola bella,
brillerà sempre come una stella”.
Ora, raggiunta quella che era la sua mèta,
è più tranquilla, più mansueta,
felice perché ha provato e assaporato,
la gioia di aver quell’asinello amato.
Un tuffo nell’acqua, una bella nuotata,
e poi un bel gelato con crema e cioccolata;
in mezzo a tanti ombrelloni colorati,
tutti in fila, ben allineati.
Sdraiata al sole accarezzo la sabbia,
mentre un sogno si fa largo nella nebbia,
è un attimo, subito svanisce,
la mente lo rincorre e lo ricostruisce.
Arrivano le note di una bella canzone,
mi portano indietro procurandomi emozione:
“rimpianto per il tempo che fu,
cose e persone che non ci sono più”.
Fresca e profumata una leggera brezza,
mi sfiora, mi circonda, mi accarezza;
un’imbarcazione se ne va per altre sponde,
un relitto emerge tra le onde;
un gabbiano scende piano piano,
stringo forte la sabbia nella mia mano;
e mentre il sole mi regala il suo calore,
mi lascio andare come un aquilone,
libera, felice e spensierata,
assaporando ogni attimo di questa giornata.
Con questa fresca brezza marina,
finalmente…ho staccato la spina!
È attraente, divertente,
arricchisce la mia mente,
con giochi e quiz intelligenti,
imparando cose interessanti.
Poi c’è lo sport: sci, equitazione,
bellissime partite di pallone;
c’è Rex, il cane poliziotto,
lo spot del caffè e del gianduiotto.
Telenovele, ficton in quantità,
frammezzate da tanta publicità;
documentari, film, cartoni,
i Pokemon e Paperon De Paperoni.
Questo potente polo d’attrazione
si chiama indovina un po’: “televisione”,
noi non vorremmo andare a letto mai,
e se insistiamo troppo sono guai.
Forse i grandi hanno ragione,
se ci limitano e controllano la visione,
la TV non deve impedirci di giocare,
di sognare e di fantasticare.
Un gioco, una fiaba, una poesia,
inventiamole con la nostra fantasia…
E ora seppure a malincuore,
vado a giocare e….spengo il televisore!
Evviva, è primavera!
Canta felice la capinera;
il mandorlo è fiorito,
vola il passero dal nido.
Laggiù nel vecchio casolare,
si sente l’abbaiar del cane,
accanto a lui dorme beato,
il suo cagnolino appena nato.
La tra i cespugli c’è una fragolina,
la coglie ridendo una bella bambina,
sulla sua testa svolazza un aquilone,
rincorso da un rumoroso calabrone.
La coccinella riposa sulla foglia,
il nonno sta seduto sulla soglia,
si scalda al sole fumando la pipa,
accarezzandosi la barba con le dita.
Tutta la natura si è risvegliata,
dopo essere stata a lungo addormentata:
“a primavera canta allegro ogni cuore,
fioriscono gli alberi, fiorisce l’amore!”
Arlecchino saltellando,
corre giù a chiamare Armando,
che col vestito appena comprato,
da Pinocchio si è mascherato.
C’è Pulcinella, c’è Colombina,
c’è anche Pierino che guai combina.
La fata Turchina col suo bel vestito,
la nel teatrino da poco allestito.
C’è il pagliaccio coi suoi palloncini,.
a forma di cuori e cagnolini.
Coriandoli di mille colori,
volano in alto come aquiloni,
manciate che arrivano all’improvviso
e ti colpiscono in pieno viso.
È carnevale, festa di colori,
tutti possono improvvisarsi attori:
“ballare, cantare, suonare la trombetta,
fare un inchino a mo’ di piroetta”;
Cappello in testa, occhialetti e naso rosso,
attenti a non cadere giù nel fosso!
Stelle filanti, parrucche, mascherine,
correte a comprare bambini e bambine!