Un pomeriggio andai a farmi una passeggiata in centro con mio figlio Andrea. Allora aveva circa tre o quattro anni, non ricordo bene. Gli venne sete, entrammo in un locale e ordinammo da bere e da mangiare. Bevemmo e mangiammo parlando serenamente. Finite le consumazioni il cameriere arrivò sparecchiare, come si allontanò Andrea si fece serio si alzò dalla sedia mi venne vicino e mi disse: e ora chi paga il conto che tu sei una donna?
SimonaAmelia
Vorrei essere sincera. Posso? credo che la maggioranza di chi leggere risponde di si, ma la relatà è che si preferisce non ascoltare mai la verità. Troppo spesso mi sono sentita dire: menti!
Come è possibile mentire? che sia per un dolore o per privare a qualcuno di una gioia, come è possibile? Non credo nella menzogna, credo nella verità a qualunque costo.
So bene che la verità per quanto sia vera è relativa, so che esiste una verità che valica ogni altra. Come persona di carne e sangue mi devo attenere alla verità in cui credo, la mia, solida e plasmabile se incontra una verità più vera e salda della mia.
Ho vissuto situazioni di molti tipi, sono entrata in case dove si lottava per sostenere parole false e vincere. Ho partecipato a processi dove la verità aveva tanti cavilli da essere demolita e messa la bando. Ho parlato con psicologi che davanti alla verità rispondevano: non la conosciamo la verità, come possiamo saperla? non abbiamo una telecamera che segue e ci racconta la verità! ogni persona è uguale ad un altra davanti a noi.
non credo d’essere UGUALE da un altro/a, ne che tu che leggi sei uguale a me. Sarebbe orribile un mondo di ”uguali”.
Nella mia stessa casa, nella mia stessa famiglia mi sono sentita rimproverare, quasi disconoscere perchè sostengo la verità: eh menti!
E’ possibile vivere di verità?
Il mondo, le persone, temono più la verità che l’ incontro con un serialkiller.
In televisione vengono trasmessi EPISODI, con il benestare dei famigliari, di turpi delitti.
Menzogne per fama a benefecio di criminali, menzogne per fare odiens a beneficio delle tv..e dei famigliari…amen.
Scusate, riprendo dall’inizio, posso parlare in piena sincerità?
Noi siamo quel che siamo, diamo, prendiamo, vogliamo, lasciamo che ci derubino di noi.
Non diamo mai troppo, ne troppo riceviamo..
ignoranza è credere che siamo ”troppo” o gli altri sono ”troppo”.
Siamo la misura che vogliamo,
mai troppo buoni,
mai troppo cattivi,
mai troppo generosi,
mai troppo avidi.
La vita è un fiume che scorre
mai troppo in piena, mai troppo in secca.
Noi siamo coscenti di noi, attimo dopo attimo,
nell’ignoranza e nella savietà.
Nessuno si approfitta di noi se non noi stessi.
Siamo amici, nemici.
Siamo troppo buoni, già risuona male; troppo buoni.
Siamo troppo generosi, già risuona di egoismo; troppo generosi.
Siamo troppo onesti, troppo presuntuoso risuona di falso; troppo onesti.
Già scatta quella parte che si chiama coscenza….si ascolta nel silenzio della vita.
Noi siamo fatti di coscenza,
conoscienza,
atti,
parole,
indifferenza,
attenzione.
Penso a quanta attenzione ci serve per essere indifferenti.
Le candele consumano sull’atare della vita la loro essenza alla piccola fiamma accesa.
Posso essere, io, privo di coscenza quando strofino la capocchia del cerino che sfavilla e prende consistenza di fiamma?
Sono cerino e fiamma e mano che strofina il cerino e lo stoppino che brucia e lentamente mi consuma, io cera e candela.
Non siamo incolpevoli di essere,
nessuno è troppo tanto ne troppo poco..
Io, non sono troppo
sono quella che sono,
senza recriminazioni per lavare la mia coscenza.
Sono le lacrime sul volto,
sono il sorriso sulle labbra.
Sono il lutto della mia vita,
la speranza di un anima che piano piano va spegnedosi.
SimonaAmelia