Se mi colpiranno porrò l’altra guancia , se sarò chiamato in giudizio e mi chiederanno di togliermi la tunica , io lascerò anche il mantello e se mi chiederanno di fare un miglio a piedi , io ne farò due con loro . Ma dopo che io ho fatto tutto ciò , dopo che mi hai umiliato , picchiato e depredato che cosa ti rimane se non le mie vesti lordate di sangue e le mie scarpe logore ?
Ho imparato che se si accoglie la teoria dell’occhio per occhio e dente per dente , il mondo diventa cieco ed incapace di nutrirsi .
Ho imparato che i granelli di sabbia , seppur minuscoli ed impalpabili , contribuiscono a creare immense spiagge ed infiniti deserti .
Ho imparato che uno scoglio non può arginare il mare e che una fonte non può abbeverare un uomo , perchè egli desidera i filtri più infami della vita .
Ho imparato che chi non comprende il mio silenzio non potrà in alcun modo afferrare le mie parole .
Ho imparato che la malattia più spietata è l’insoddisfazione e che non esiste morte se si è vivididi nei ricordi , poiché essi non permetteranno mai alla ferita del tempo di chiudersi .
Ho imparato… La storia di ogni uomo si dovrebbe concludere con queste parole , non credete ?
Marazzi Matteo
In una fresca mattina primaverile , come compito scolastico , ci fu assegnato di testare casa per casa quale religione di predicasse . Così feci , porta per porta bussai e , dopo una semplice ed alquanto scarna presentazione , ponevo una domanda : In che Dio credi ?
Tornando verso casa , sull’autobus delle 14:30 , decisi di controllare i risultati dell’indagine svolta poco tempo addietro . Devastato fui quando mi accorsi che nessuno aveva risposto: me stesso . Insomma tutti credevano in un Dio superiore che prometteva ricchezza nella povertà , ma nessuno credeva in se stesso . Quale esistenza scialba immagino nel trascorrere gli anni della propria vita con la convinzione di essere solo polvere e con un pensiero malato quale egli è : morire è meglio di vivere .
Allora decisi di pormi la stessa domanda , insomma in che dio credessi . I pensieri danzarono come uno sfrenato ed appassionato tango in cui il ballerino uomo ero io , e la donna , succube delle mie scelte , era la vita .
Ho paura…… Ho paura di stringerti troppo forte , sei così fragile….. Ho paura a parlarti , non ti voglio ferire….. Ho paura di baciare le tue labbra di color vermiglio , belle come un tulipano in fiore in una pallida mattina di primavera ancora legata al gelo dell’inverno……
Sei una piuma d’oca cui intingi nel mio cuore d’inchiostro , so che esso terminerà , già posso vederne il fondo , ma senza di te non posso scrivere la mia vita…… Sei la mia vita quanto sei la mia morte .
Si ho un cuore . Si ho un anima . Si ho un cervello . Giuro di averli visti una volta , il cuore era d’inchiostro nero e dettava la mia mano , l’anima era un’ ardente fiamma che uccideva il mio buon senso , il cervello era una moneta nel mio portafoglio che barattai subito per un fiammifero e della carta vetro , il cerino con cui ogni sera accendo la mia anima e riscaldo il mio cuore d’inchiostro addensato .
Funesto ed impetuoso è il tempo , incessante esso scorre , una pausa – grido – ti supplico , ma egli tumultuosamente continua il suo incessante percorso , ad ogni sospiro che esalo odo la mia essenza trasmutare in morte . Ma ad un tratto la vedo , li con quella sua aria sbadata e la sua gonnella da scolara , se per ardore o timore non lo conobbi mai ma sta di fatto che parlammo , lei era una sostenitrice accanita della vita , io un lecchino di essa . Mi tolse il fiato , anche se sol per un attimo avevo ingannato il tempo , lo avevo fermato , dalla mia bocca non era uscita essenza vitale bensì emozioni ; allora un grido straziò il cielo , era il Tempo che vagiva invocazioni di pace…..