Vorrei ricordare a tutti che il voto è libero e segreto. E nella sfera delle libertà di ogni cittadino rientra anche quella di non votare, per cui non capisco questo tentativo di costrizione psicologica di far votare chi non vuole. E non rientra nei nostri diritti quello di offendere chi eventualmente non volesse votare. Peraltro non credo che con certi post offensivi nei confronti di chi non vuole votare si possano eventualmente ottenere frutti positivi. E comunque sarebbe bello che si invitasse a votare con termini educati. Non ci lamentiamo poi se veniamo rappresentati da dei maleducati, se siamo noi i primi ad esserlo. Non capisco questo discutere di un argomento importante come le elezioni con parolacce a raffica. Libera opinione di un cittadino qualunque che nella serata odierna andrà alle urne.
isacran
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Annotazioni biografiche Isac Randazzo nasce a Messina il 08/09/1987. Cresce in una famiglia modesta, ma di un elevato livello culturale e umano. Fin da bambino, si mostra testardo e decide da solo, con tenacia e fermezza, il proprio percorso di studi. Nonostante tante avversità di vario tipo, consegue la maturità al Liceo Scientifico Archimede di Messina, mostrando da subito una grande passione per la Filosofia ed il Diritto. La Filosofia è il suo “primo amore”, gli apre la mente ed i docenti gli riconoscono grandi meriti, ma il suo pensiero si dirige verso la "Legge". Ciononostante, non abbandonerà mai i suoi studi filosofici. Nel 2007, intraprende l'arduo corso di Laurea magistrale in Giurisprudenza, presso l'Università degli Studi di Messina. Anche qui gli ostacoli non mancano, ma si mostra sempre pronto a ricominciare da zero.
“La legge è uguale per tutti”, è un principio Sacrosanto del nostro ordinamento, e non mi permetto di metterlo in discussione. Ma non si possono mettere sullo stesso piano dei furti commessi da criminali organizzati con quelli chi chi, in preda alla disperazione per la miseria, abbia commesso, sì, un grave errore ma per aver ceduto alla debolezza del momento di voler trovare una soluzione per poter comprare del pane da portare alla famiglia povera (peraltro con bambini senza un futuro). Questo no, NON LO ACCETTO. E parliamo tanto del carattere rieducativo della pena, previsto dalla nostra Costituzione e dal Codice Penale vigente. Ma come si può pensare che chi ha rubato per portare del cibo a casa possa non perseverare nella recidiva, se non gli si dà possibilità poi di lavorare in nessun posto?