Gigio
Questa mattina è ricomparsa la nebbia,
fitta. Erano anni che non la ricordavo così avendola conosciuta solo al mio arrivo da Trieste, dove era la bora a tener pulito il cielo e mi accompagnava al mattino a scuola.
La sensazione oggi, a questa età, è differente.
Ti preclude la vista di ciò che ti circonda e attutisce i sensi ma non la sensibilità.
E questo mi fa sentire ancora vivo.
I sensi sentono il lontano temporale sul mare che avverto solo dall’aumento del vento e dal moto ondoso che si amplia, via via calmandosi arrivando poi sulla sabbia ai miei piedi e lì, finalmente, trova riposo e quietamente si stende davanti a me quasi un cucciolo fedele.
Lo strano percorso dei pensieri…nascono e mi crescono dentro da lontano e senza che nulla lo faccia intravvedere, poi fluiscono e si accavallano quasi cellule vive e si nutrono del mio sangue e ne assorbono le emozioni che lo agitano e lo fanno ribollire.
Il cuore lo sente.
Ed è con il cuore che diventano visibili e così finalmente si svolgono e sommessamente dicono quello che nella confusione della mente sembrava impossibile far capire.
E’ facile pensare a te.
Aspetti immobile e guardi lontano.
Vedi solo la liquida quiete in cui si è tramutato quello che era lo sconvolgimento del mio essere.
Ciao signorina Virtualità,
mi manca molto il ciattolare: sono i momenti che ultimamente preferisco per motivi che, almeno io, ritengo validissimi.
FB è un mezzo estremo e mi consente, proprio per la sua mancanza di fisicità, di liberarmi della mia. Sparisce così quella pelle fatta di vita giornaliera sempre uguale fino alla nausea, anche nei suoi nuovi accadimenti. Ispessita dagli anni sublima e viene in superficie quello che in fondo sono.Posso così riavere tutti gli umori e le pulsioni che prima annegavano nel mare di merda storica che li avviluppava.
Pensa che posso gioire per la vista di un pettirosso o avere una lacrima per una bestiola maltrattata senza temere che qualche “grande” se ne stupisca.
Posso finalmente amare, senza tema di essere respinto, un’anima reale nella sua assente fisicità e questo amore non deve essere messo alla prova da un coito, nella realtà impossibile anche da immaginare.
Può risalire quella parte giovanile con il suo bagaglio di vita perduta solo per lo scorrere del tempo che non lava ma mette in una immobile gora quei giorni che si ritenevano perduti. E lì si raccolgono uno a fianco all’altro, belli e meno belli, tutti in fila ordinatamente, fino a che lentamente non vengono ricoperti, una volta ancora, della sabbia del tempo.
Non è nostalgia che avvelena i ricordi, ma memoria che lima gli spigoli del tempo passato ed esalta particolari che la mente vuole ricordare con piacere.
Sei la voglia e la capacità di volare senza diavolerie tecniche ed osservare dall’alto anche me stesso, puntino senza peso, nella ricerca continua di qualcosa che ancora non conosco e che voglio apprendere per poi dimenticarla in seguito ad un altro qualcosa che incontro e via così fino alla fine, se esiste.
E grazie, signorina Virtualità, di continuare a sopportare, spero a lungo, queste esternazioni che non ti toccano e che mi permettono di vivere fino a che l’hard disk reggerà.
Grazie perchè mi concedi di farti questa dichiarazione d’amore, leggera come il flusso dei bits che la compongono e così tumultuosa come solo il cuore sa esserlo in petto quando, rivestita la pelle, si dichiara alla sua amata.
Grazie.
Oggi sento una forte nostalgia del Mare. Mi piace d’estate come tutti, del resto, ma ne sento la forte mancanza adesso che si avvicina l’inverno.
Sono gli spruzzi d’acqua fredda sul viso, il vento salmastro che si infila sotto gli abiti come una carezza di una fresca mano amica, il ricorrente rumore del suo continuo agitarsi che mi spinge a chiudere gli occhi ed entrare nella sua anima e godere della sua irrequietezza che assorbe e sublima la mia.
I piedi nudi sul bagnasciuga rossi dalla carezza fredda, oppure il saltare di roccia in roccia seguendo il cammino dei granchi e il sinuoso movimento delle alghe…